«Acquedotto, Trani perderà autonomia gestionale e decisionale»

Nino Marmo: «fatto grave per tutta la provincia»

mercoledì 8 settembre 2010
Il consigliere regionale PdL, Nino Marmo, vicepresidente del Consiglio regionale, ha inviato una interrogazione a risposta scritta al presidente della Regione ed all'assessore ai lavori pubblici: «Sono sempre più pressanti - scrive Marmo - le notizie di una ipotesi di riorganizzazione delle unità territoriali dell'Acquedotto che contempla la chiusura degli uffici di Trani. Il depotenziamento dell'ufficio territoriale di Trani nascerebbe dalla necessità di un'ottimizzazione organizzativa, che comporterebbe il trasferimento di tutte le competenze manageriali presso la sede dell'ufficio territoriale di Bari e la conseguente emigrazione dei dipendenti dalla sede di Trani a quella di Bari. L'Acquedotto pugliese, nella persona dell'amministratore unico, Ivo Monteforte, ha provveduto unilateralmente, senza alcuna consultazione dei Comuni interessati (l'intera Provincia Bat), a tale ipotesi di strategia aziendale. L'effettiva realizzazione di detto progetto di svuotamento dell'unità con sede a Trani e la sua riduzione a semplice sede operativa, comporterà la perdita dell'autonomia decisionale e gestionale necessaria in loco, per la tempestività del servizio sia per la gestione e distribuzione dell'acqua potabile che delle fogne e del riutilizzo delle acque reflue».

«La realizzazione di tale ipotesi di riassetto organizzativo - prosegue Marmo - comporterà inevitabilmente le sotto elencate conseguenze negative sul territorio della Bat: evidenti ripercussioni negative sulla pianificazione ed attuazione degli investimenti (competenza delle unità territoriali; ricadute negative sull'indotto; contrazione del livello occupazionale; ripercussioni negative nel rapporto che intercorre tra utenti e gestore in quanto i cittadini utenti perderanno sicuri punti di riferimento e saranno obbligati, per questioni più complesse, a rivolgersi alla sede di Bari».

Il vicepresidente del Consiglio regionale chiede pertanto «se la Regione, quale proprietaria di maggioranza dell'Acquedotto pugliese, intende sollecitamente chiedere al management dell'azienda di bloccare e ritirare il progetto di riorganizzazione, continuando a mantenere l'unità territoriale di Trani nella sua attuale struttura decisionale, amministrativa, tecnica ed operativa, al fine di poter mantenere i rapporti di collaborazione, costruttivi ed operativi, rafforzare e migliorare la qualità e l'efficienza del servizio in favore degli utenti della Bat».

Marmo chiede altresì «di conoscere le ragioni, che al momento appaiono incomprensibili, che hanno portato l'amministratore unico dell'Ente a modificare il piano d'ambito in assenza di dimostrati benefici che lo stesso Ente e il territorio provinciale ne trarrebbero».

Marmo ha inoltre inviato una lettera al presidente della quarta commissione consiliare in Regione, Aurelio Gianfreda, chiedendo l'immediata convocazione con i vertici dell'Acquedotto (amministratore unico ed il direttore generale), affinché chiariscano le linee di intervento che l'Ente intende adottare nella provincia Bat e per conoscere in maniera dettagliata le ragioni di questa scelta aziendale.