Agorà, ruggito da Andria: «I cittadini non vogliono la Bat»

Richiesta a Monti per caldeggiare l’indizione di un referendum. Per l'associazione Lac sono solo «soldi bruciati»

mercoledì 12 settembre 2012 10.45
«La speranza di vedere un seppur minimo cenno di interesse verso il cerbero a tre teste, è definitivamente svanita con l'incontro di Trani». Vincenzo Santovito, presidente di Libera Associazione Civica (Andria) non usa mezzi termini per commentare i risultati dell'iniziativa Agorà, costata complessivamente 27mila euro. Per Santovito sono solo «soldi bruciati». «Agorà – dice - poteva essere svolta senza spendere un solo euro, è stata un bene perché ha scritto in modo indelebile che la gente, i cittadini, non vogliono la Provincia Bat perché non è servita a nulla, a nulla servirà se non a fare cassa e distribuire compiti e incarichi, quindi i politici ne prendano atto e non facciano finta di niente».

Per Santovito, l'unico riflesso tangibile della Bat sono «i pagamenti con le maggiorazioni, addizionali, accise e altre diavolerie che incidono in maniera sostanziale su quanto effettivamente dovuto. Proprio nella Provincia Bat è scoppiato il caso caldaie a gas che ha visto protestare l'intera popolazione per aver pagato centinaia di euro con modalità e per finalità tutte da verificare, senza parlare della complessa parte burocratica che ha definitivamente messo alla gogna la gente che dovrebbe essere invece tutelata nell'usufruire di un servizio pubblico come quello del gas metano. A fronte di questa marea di soldi incassati e utilizzati dall'Ente provinciale per situazioni a dir poco incresciose e discutibili, permane in questo territorio una disoccupazione giovanile che supera il 50% e drammi familiari che si consumano tutti i giorni alle mense dei poveri».

Santovito invita, a nome della sua associazione, l'assessore regionale agli Enti locali, Marida Dentamaro «a tenere conto di tutto ciò e ad astenersi dall'assumere decisioni senza aver prima avuto contezza del reale sentimento delle popolazioni, senza mediazioni, altrimenti si rischia un serio conflitto sociale». In più, Santovito ha formalizzato la richiesta al presidente del Consiglio, Mario Monti, per sollecitare l'Ente ad indire un vero referendum popolare sull'argomento.