Archivio di Stato della Bat, la sezione di Trani in bilico
Silenzio da parte delle istituzioni politiche
lunedì 21 febbraio 2022
Il silenzio delle istituzioni politiche interpellate dal comitato spontaneo non lascia presagire nulla di buono per la storica sezione tranese.
Infatti, oltre alla ingiustificata individuazione in Barletta della sede provinciale dell'Archivio di Stato della neocostituita provincia BAT, si paleserebbe senza troppi fingimenti anche la chiusura della sezione di Trani.
In particolar modo le sezioni degli Archivi di Stato sono presenti in 33 città non capoluoghi di provincia, ove sono conservati rilevanti fondi archivistici relativi alla storia del territorio. Pertanto, con la costituzione della sede provinciale a Barletta, la sezione di Trani non potrebbe più continuare ad esistere. Un eventuale mantenimento, infatti, costituirebbe un unicum nel panorama amministrativo italiano, e di sicuro Trani non godrà di eccezioni.
Alla luce di questa prospettazione il silenzio delle istituzioni nonché il parere dei sindaci espresso nella ultima conferenza dei sindaci, appare assumere tutt'altro significato: "Trani sarebbe destinata a chiudere".
Dello stesso tenore sono le considerazioni dell'ing. Antonio Traversa pubblicate dall'avv. Alessandro Moscatelli sulla pagina Facebook del comitato spontaneo, che di seguito riportiamo. «Forse è utile ricordare che l'Archivio di Stato non è un Museo né una Biblioteca, né un Archivio Comunale, anche se, per certi versi lo vedono così i ricercatori, gli appassionati e gli studiosi della Storia, in quanto la sua funzione essenziale è necessaria nella contemporaneità.
L'Archivio di Stato, in Italia, è un archivio le cui competenze consistono nella conservazione e sorveglianza del patrimonio archivistico e documentario di proprietà della Repubblica Italiana in un determinato territorio e nella sua accessibilità alla pubblica e gratuita consultazione del patrimonio documentario degli organi periferici dello Stato (ad es.: Prefetture, Questure, Direzioni Regionali dei ministeri, ecc.), ossia tutti gli uffici dipendenti direttamente dai ministeri; i documenti degli organi giudiziari e amministrativi dello Stato non più occorrenti alle ordinarie esigenze del servizio e acquisiti ai sensi dell'articolo 41 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio; tutti gli altri archivi e singoli documenti che lo Stato abbia in proprietà o in deposito per disposizione di legge o per altro titolo. Inoltre esercitano la sorveglianza mediante la partecipazione alle commissioni istituite (ai sensi dell'art. 41 del Codice) sugli archivi correnti e di deposito degli organi amministrativi e giudiziari dello Stato e sulla gestione dei flussi documentali, qualunque ne sia il supporto, anche in base alla normativa vigente in materia di riproduzione sostitutiva di documenti digitali e gestione elettronica dei documenti; esplicano funzioni relative al trattamento e la comunicazione dei documenti riservati; svolgono attività di promozione; curano lo studio, la ricerca, l'ordinamento, l'inventariazione, la riproduzione e conservazione dei documenti conservati. Presso gli Archivi di Stato sono conservati gli incartamenti prodotti dalle amministrazioni degli Stati preunitari.
Detto questo, va ribadito che la polemica non è nata a Trani, bensì a Barletta. Nel momento in cui si decide che anche la provincia BAT debba avere il suo Archivio di Stato si pone subito un problema: una delle due vecchie sezioni dell'Archivio di Stato della Provincia di Bari, deve scomparire in quanto una sezione di Archivio di Stato non può esistere nel Capoluogo ma solo nel territorio della Provincia. Ed allora la scelta viene naturale: accorpamento nella sede di Trani, per una serie di motivi generali – le economie dei costi di gestione e delle risorse umane, la legge stabilisce che quelli di Stato sono Archivi di "concentrazione" – quanto specifici: la sede di Trani è già proprietà dello Stato, ottimamente dislocato all'interno della zona dei Tribunali, di cui ne è funzione essenziale, ha sede in un palazzo prestigiosissimo del 1700, oggetto di un superlativo restaurato funzionale solo una decina di anni fa, che accoglie anche l'Archivio Notarile, di competenza del Ministero della Giustizia. Forse non è neanche il caso di ricordare, al di là dei chilometri di scaffalature esistenti, che l'Archivio di Trani esisteva prima di quello di Bari - istituito nel 1812 da Gioacchino Murat - in quanto Archivio della Terra di Bari, di cui era Capoluogo, ed infatti vi sono conservati gli incartamenti delle amministrazioni preunitarie».
Infatti, oltre alla ingiustificata individuazione in Barletta della sede provinciale dell'Archivio di Stato della neocostituita provincia BAT, si paleserebbe senza troppi fingimenti anche la chiusura della sezione di Trani.
In particolar modo le sezioni degli Archivi di Stato sono presenti in 33 città non capoluoghi di provincia, ove sono conservati rilevanti fondi archivistici relativi alla storia del territorio. Pertanto, con la costituzione della sede provinciale a Barletta, la sezione di Trani non potrebbe più continuare ad esistere. Un eventuale mantenimento, infatti, costituirebbe un unicum nel panorama amministrativo italiano, e di sicuro Trani non godrà di eccezioni.
Alla luce di questa prospettazione il silenzio delle istituzioni nonché il parere dei sindaci espresso nella ultima conferenza dei sindaci, appare assumere tutt'altro significato: "Trani sarebbe destinata a chiudere".
Dello stesso tenore sono le considerazioni dell'ing. Antonio Traversa pubblicate dall'avv. Alessandro Moscatelli sulla pagina Facebook del comitato spontaneo, che di seguito riportiamo. «Forse è utile ricordare che l'Archivio di Stato non è un Museo né una Biblioteca, né un Archivio Comunale, anche se, per certi versi lo vedono così i ricercatori, gli appassionati e gli studiosi della Storia, in quanto la sua funzione essenziale è necessaria nella contemporaneità.
L'Archivio di Stato, in Italia, è un archivio le cui competenze consistono nella conservazione e sorveglianza del patrimonio archivistico e documentario di proprietà della Repubblica Italiana in un determinato territorio e nella sua accessibilità alla pubblica e gratuita consultazione del patrimonio documentario degli organi periferici dello Stato (ad es.: Prefetture, Questure, Direzioni Regionali dei ministeri, ecc.), ossia tutti gli uffici dipendenti direttamente dai ministeri; i documenti degli organi giudiziari e amministrativi dello Stato non più occorrenti alle ordinarie esigenze del servizio e acquisiti ai sensi dell'articolo 41 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio; tutti gli altri archivi e singoli documenti che lo Stato abbia in proprietà o in deposito per disposizione di legge o per altro titolo. Inoltre esercitano la sorveglianza mediante la partecipazione alle commissioni istituite (ai sensi dell'art. 41 del Codice) sugli archivi correnti e di deposito degli organi amministrativi e giudiziari dello Stato e sulla gestione dei flussi documentali, qualunque ne sia il supporto, anche in base alla normativa vigente in materia di riproduzione sostitutiva di documenti digitali e gestione elettronica dei documenti; esplicano funzioni relative al trattamento e la comunicazione dei documenti riservati; svolgono attività di promozione; curano lo studio, la ricerca, l'ordinamento, l'inventariazione, la riproduzione e conservazione dei documenti conservati. Presso gli Archivi di Stato sono conservati gli incartamenti prodotti dalle amministrazioni degli Stati preunitari.
Detto questo, va ribadito che la polemica non è nata a Trani, bensì a Barletta. Nel momento in cui si decide che anche la provincia BAT debba avere il suo Archivio di Stato si pone subito un problema: una delle due vecchie sezioni dell'Archivio di Stato della Provincia di Bari, deve scomparire in quanto una sezione di Archivio di Stato non può esistere nel Capoluogo ma solo nel territorio della Provincia. Ed allora la scelta viene naturale: accorpamento nella sede di Trani, per una serie di motivi generali – le economie dei costi di gestione e delle risorse umane, la legge stabilisce che quelli di Stato sono Archivi di "concentrazione" – quanto specifici: la sede di Trani è già proprietà dello Stato, ottimamente dislocato all'interno della zona dei Tribunali, di cui ne è funzione essenziale, ha sede in un palazzo prestigiosissimo del 1700, oggetto di un superlativo restaurato funzionale solo una decina di anni fa, che accoglie anche l'Archivio Notarile, di competenza del Ministero della Giustizia. Forse non è neanche il caso di ricordare, al di là dei chilometri di scaffalature esistenti, che l'Archivio di Trani esisteva prima di quello di Bari - istituito nel 1812 da Gioacchino Murat - in quanto Archivio della Terra di Bari, di cui era Capoluogo, ed infatti vi sono conservati gli incartamenti delle amministrazioni preunitarie».