Bullismo a Trani, un problema ancora vivo: risponde il segretario generale provinciale Coisp

Uccio Persia: «Il luogo principale per denunciare gli abusi sono gli uffici di Polizia»

martedì 4 agosto 2020 10.16
In seguito all'articolo pubblicato lo scorso 30 luglio sulla nostra testata giornalistica, "Bullismo a Trani, un problema ancora vivo", giunge la risposta da parte del segretario generale provinciale Coisp, Uccio Persia.

Mi corre l'obbligo fare alcune doverose precisazioni. Ad un certo punto vengono tirate in ballo le forze dell'ordine e testualmente si riferisce: "Le forze dell'ordine sanno di chi si tratta" - continua il genitore - "ma mi risulta che si siano limitati, una volta intercettati questi ragazzi violenti, a fare la classica "paternale" ai genitori di questi". Il problema della devianza minorile non è un problema circoscritto a Trani, ma una vera e propria piaga sociale che punta il bersaglio sui deboli, attraverso la prevaricazione sui minori.

Quando si tirano in ballo le forze dell'ordine vorrei ricordare a tutti che il problema "sociale" ha radici che vanno ricercate ed individuate in primis in istituzioni oggi indebolite, quali la famiglia e la scuola. Per carità, non siamo qui a colpevolizzare nessuno, ma i piccoli uomini che crescono, muovono per l'appunto i primi passi sia all'interno del nucleo familiare sia poi attraverso la scuola, che è la prima finestra sul mondo che andranno a vivere. La perdita di valori, la mancanza di figure di riferimento sane, l'assenza di guide forti creano piccoli mostri capaci di qualunque cosa che, in età adulta, saranno sempre mostri, solo più grandi.

La legislazione in tema di minori prevede interventi molto blandi in termini di punizione per chi commette un reato. Il nostro sistema piuttosto che punire tende a "rieducare" il piccolo colpevole. Ora mi vengono spontanee alcune considerazioni riguardo a questi genitori "disperati": innanzitutto il luogo naturale per denunciare gli abusi non sono le testate giornalistiche ma gli uffici di Polizia e, per mia personale esperienza, molti di questi genitori si lamentano, puntano il dito contro questo o quello ma poi si guardano bene dal denunciare e anzi, preciso anzi, fanno il possibile per restare anonimi.

In secondo luogo, le forze dell'ordine si muovono all'interno di un sistema procedurale che richiede la cosiddetta condizione di procedibilità (querela) che come sopra detto spesso manca, ed infine, quando anche si muove di iniziativa, non sono tenute a rivelare o dare notizie sull'attività di indagine svolta se non al responsabile/dirigente dell'ufficio o in alcuni casi previsti dalla legge, all'autorità giudiziaria competente. Questa mancanza di informazione/riscontro, questo silenzio, per alcuni, viene scambiato per inerzia.

Ora, lungi da me avere in mano la soluzione, credo che, un'informazione adeguata e mirata, rivolta alle famiglie e all'interno delle scuole, la presa di coscienza del problema, la collaborazione ed il confronto tra le parti sociali possa essere la strada giusta per arginare il problema. Dal punto di vista legislativo, personalmente sono stato sempre favorevole all'abbassamento dell'età imputabile dai 14 attuali ai 10 anni (altroché incapaci di intendere e volere!). Contro ogni forma di buonismo esagerato io non sono un sostenitore della "rieducazione" bensì dell'educazione: se la famiglia fallisce, allora, dopo aver sanzionato pesantemente i genitori per i danni causati dal minore sottoposto alla loro vigilanza ed educazione, proverei a collocarli in una struttura dove oltre all'istruzione li si avvia al lavoro, qualcuno dice nobiliti.

Sicuramente e concludo, sul piano della sicurezza in senso stretto si può e si deve fare di più, magari ampliando il sistema di videosorveglianza alle zone più a rischio, predisponendo servizi mirati a contrasto di queste forme di violenza di gruppo e soprattutto, e per questo il mio appello è rivolto agli organi centrali, nuove assunzioni ed invio di personale perché il nostro territorio ora più che mai sente gli effetti dei tagli e disinvestimenti che negli anni l'apparato sicurezza ha subito. Se qualcuno mi chiede se siamo in emergenza io gli rispondo ancora no...ma quasi.


Il Segretario Generale Provinciale Coisp,
Uccio Persia