Comitato Via Andria, un esposto per "salvare" l'ospedale

Alla Procura è chiesto di verificare lo spreco di denaro pubblico

venerdì 5 dicembre 2014 7.26
Il Comitato di quartiere di Via Andria è ormai di casa alla Procura della Repubblica di Trani per i continui esposti presentati per le situazioni di pericolo pubblico e sociale causate da Enti e Istituzioni che minano la sicurezza e l'incolumità dei cittadini tranesi, a prescindere dai quartieri da loro abitati. L'ultimo esposto, in ordine temporale, ha riguardato l'Ospedale Civile.

«Dopo un excursus riguardante gli ultimi fatti (politici) accaduti - scrive il presidente del Comitato di Quartiere Via Andria, Luigi La Quosta -, circa la penalizzazione del nostro nosocomio a causa di un contestatissimo "Piano di Riordino Ospedaliero" della Regione Puglia, ci si è chiesti come mai siano stati trasferiti i reparti e le sale operatorie di Chirurgia Generale e di Ortopedia da Trani a Bisceglie, nonostante quelli tranesi fossero stati appena ristrutturati e dotati di apparecchiature all'avanguardia, con notevole dispendio di denaro pubblico? Non basta! Dopo poco tempo il loro trasferimento, le sale operatorie di Bisceglie sono state chiuse, perché dichiarate inidonee a seguito di un controllo dei Nas e, mesi or sono, è stato deliberato un provvedimento di ritrasferimento delle sale operatorie da Bisceglie a Trani. Questo provvedimento, ad oggi, non ha trovato ancora esecuzione.

Ci chiediamo - continua La Quosta nella Nota - qual è l'intento politico allora, quello di puntare su un Ospedale di eccellenza a Bisceglie (che ci vorranno anni prima che venga costruito!) e nel frattempo dirottare i malati verso altri nosocomi, nonostante, come si è detto, a Trani ci siano le sale operatorie nuove di zecca, attrezzate per gli interventi?
Ma sono questi i principi di economicità e garanzia della salute pubblica del territorio interessato?

E non è tutto. A breve si rischia di perdere anche il Pronto Soccorso, nonostante siano in corso i lavori di ristrutturazione. Declassato a presidio di primo intervento, per poi diventare centro di smistamento dei 118 verso gli ospedali vicini. Noi cittadini tranesi - conclude la nota del Comitato - ci ribelliamo, perché non vogliamo essere considerati di serie B rispetto ai cittadini delle città limitrofe, solo perché non abbiamo santi (politici!) in paradiso che ci proteggono e saremo pronti a costituirci parte civile, come Comitato, in un eventuale processo per il perseguimento di reati ipotizzabili».