Contratto di Quartiere, Affatato e Sgobba non convincono Visibelli

«Condizioni di gara modificate in corsa. Tanti dubbi non fugati»

giovedì 23 dicembre 2010
«Abbiamo avuto modo di apprendere dai media le dichiarazioni rilasciate dal dirigente dell'ufficio tecnico comunale, Giuseppe Affatato, e dall'architetto Michele Sgobba della Finepro nella conferenza stampa tenutasi alla presenza del sindaco-assessore all'urbanistica, Giuseppe Tarantini, in relazione alla situazione del Contratto di Quartiere II, anche alla luce di quanto pubblicamente evidenziato da noi del movimento civico Forza Trani nel corso dell'incontro tenutosi domenica scorsa.

Invero, se da un lato non può che farci piacere che, sia pure tardivamente, il Comune si sia reso conto della inadeguatezza delle polizze "farlocche" presentate dai soggetti attuatori (come da noi denunciato), richiedendo di conseguenza che gli stessi provvedano a depositare nuove fideiussioni e soldi, dall'altro non possiamo che rimarcare che i funzionari preposti tentino di imbonire i cittadini e i potenziali acquirenti, omettendo di dare esauriente risposta ai numerosi quesiti posti da Forza Trani, e proponendo improbabili paragoni con i prezzi di mercato dell'edilizia libera che viene realizzata su terreni di maggior costo al metro quadro e pregio.

Furbamente non è stato spiegato, infatti, come sia stato possibile, ad esempio che il Comune prendesse per vere le fantasiose dichiarazioni di disponibilità dei suoli, rilasciate dai soggetti attuatori, senza richiedere idonea documentazione a supporto; che il Comune di Trani abbia accettato inidonee polizze fidejussorie palesemente rilasciate da società iscritte nell'elenco generale ex articolo 106 del decreto legislativo 385/1993, anziché nell'elenco speciale ex articolo 107, come previsto dall'avviso pubblico e dallo schema di convenzione approvato dal Consiglio comunale; che il prezzo di vendita ai costruttori dei terreni interessati dal Contratto di Quartiere sia stato benevolmente calcolato a metro quadro, anziché a metro cubo, come previsto dall'avviso pubblico; che non si sia provveduto ad aggiornare, secondo l'Indice Istat, l'importo degli oneri aggiuntivi e delle offerte migliorative che devono pagare i costruttori al Comune, come previsto dall'articolo 6 delle convenzioni sottoscritte dal Comune e dagli stessi soggetti attuatori.

Come, pure, non è stato chiarito quale organo politico abbia deciso di addebitare il costo di acquisizione delle aree alla sola quota residenziale (abitazioni) a realizzarsi anziché ripartire tale onere anche sulla quota di edilizia commerciale e direzionale (negozi e uffici) e di riconoscere generosi quanto inesistenti oneri finanziari (6% annuo) ai soggetti attuatori, atteso che il prezzo massimo di vendita è stato fissato con una determinazione dirigenziale, che ha fatto proprie le valutazioni (opinabili) della società Finepro srl.

E' inoltre totalmente fuorviante confrontare furbescamente il prezzo unitario di vendita dell'edilizia convenzionata con quello dell'edilizia libera, atteso che, tra l'altro, tali prezzi a metro quadro vengono poi moltiplicati per superfici che sono calcolate in modo ben diverso fra loro. Per inciso, l'architetto Sgobba, a difesa delle proprie valutazioni, sostiene che il prezzo di vendita per l'edilizia convenzionata è diverso da quello per l'edilizia sovvenzionata (fissato dalla Regione Puglia in 1.300,62 euro al metro quadro). Concordiamo: ma allora dovrebbe anche spiegare perché, quando è stato pubblicato l'avviso pubblico concorrenziale, il prezzo di vendita per l'edilizia residenziale convenzionata è stato fissato in 954 euro al metro quadro, ovvero perfettamente corrispondente a quello allora vigente per l'edilizia sovvenzionata!

I soggetti attuatori (forse lo dimenticano al Comune) sono stati individuati per mezzo di una procedura ad evidenza pubblica: pertanto l'amministrazione comunale non può modificare in corsa in favore dei fortunati vincitori le originarie condizioni di gara. Nel caso si fosse ritenuto (da parte di chi e con quale atto?), successivamente alla gara, di aver sottovalutato talune voci di costo, si sarebbe dovuto procedere annullando la gara e pubblicando un nuovo bando, con nuovi prezzi massimi di vendita, in modo da garantire la par condicio tra tutte le imprese potenzialmente interessate a partecipare.

Qualora infatti il costo di vendita fosse stato determinato in misura maggiore (per esempio fissando una maggiorazione assoluta, o percentuale, al prezzo per l'edilizia sovvenzionata) certamente avrebbe partecipato un numero maggiore di imprese. Circostanza che, tra l'altro, avrebbe avuto il non trascurabile effetto di accelerare i tempi di realizzazione del contratto di quartiere, atteso che in presenza di tre soli soggetti attuatori, non si può pretendere che questi operino contemporaneamente su più lotti, andando probabilmente oltre la propria capacità tecnica, mentre l'interesse pubblico era ed è quello di acquisire il più rapidamente i terreni e le risorse economiche per realizzare le opere di urbanizzazione secondaria che sono il fine ultimo del programma innovativo e sperimentale denominato Contratto di Quartiere II.

In relazione infine alla situazione degli espropri non possiamo che evidenziare talune dichiarazioni che opinabilmente sarebbero state rese dal dirigente dell'ufficio tecnico comunale. "Ad ottobre abbiamo riavviato i processi espropriativi": perché i procedimenti espropriativi sono stati riavviato solo ad ottobre, atteso che i suoli nella disponibilità dei soggetti attuatori dovevano essere ceduti entro 60 giorni dalla stipula delle convenzioni (articolo 3, primo comma) ed il termine per l'attivazione delle procedure espropriative, per le ulteriori aree era fissato in 4 mesi dalla sottoscrizione delle convenzioni (articolo 2, primo comma), atteso che la maggior parte delle convenzioni era già stata stipulata entro febbraio? "La gran parte (dei proprietari interessati) non ha risposto anche perché ha già preso impegni con le imprese aggiudicatarie": si tratta di circostanza in qualche modo documentata, oppure è una semplice illazione del dirigente? "Subito dopo la pausa natalizia, dunque, le imprese acquirenti dovranno versare le somme per gli espropri. Complessivamente dovranno versare circa 5 milioni di euro che il Comune provvederà a girare su un conto corrente presso la Cassa depositi e prestiti": come spesso accaduto in passato, nutriamo forti dubbi che ciò puntualmente accada (per tempi ed importi), anche se saremmo contenti se, una volta tanto, fossimo smentiti dai fatti.

Ormai non ci aspettiamo più che l'amministrazione comunale dia ai cittadini tranesi risposte convincenti alle nostre domande. Però ci aspettiamo che altri organi dello Stato vogliano chiarire nelle opportune sedi, se i nostri dubbi erano fondati. In altre vicende (San Giorgio, gettoni di presenza), seppur dopo anni, le nostre tesi si sono rivelate corrette: non vorremmo ripeterci».

Forza Trani