Debiti azzerati, l’opposizione continua ad essere scettica
Ferrante e Di Gregorio: «Troppi lati oscuri»
lunedì 1 marzo 2010
Le rassicurazioni del nuovo dirigente alla finanze del Comune di Trani sullo stato di salute dei conti pubblici non convincono l'opposizione. «Leggo con piacere - dice il capogruppo del Pd, Fabrizio Ferrante - che il nuovo responsabile finanziario del Comune di Trani ha già perfettamente sotto controllo la situazione. Solitamente ci vuole qualcosa in più di qualche giorno per comprendere la realtà finanziaria di un ente locale. Dire di aver rispettato il patto di stabilità interno significa avere il dato di una situazione solo contabile e non finanziaria. Sarei curioso di analizzare nel merito le singole partite finanziarie, cosa che faremo solo quando il consuntivo 2009 sarà portato all'attenzione del Consiglio Comunale ed avremo modo di verificare anche la situazione di cassa».
Le parole del dirigente Luigi Panunzio, vengono prese con le pinze dal capogruppo del Partito Democratico: «Dire di aver rispettato il patto di stabilità è un conto, averlo fatto per davvero è un altro» sottolinea Ferrante che tira in ballo un precedente che ha visto lo stesso Panunzio protagonista quando era dirigente alle finanze del Comune di Molfetta: «Nel 2006 aveva dichiarato, relativamente alla spesa corrente, il rispetto dei limiti imposti dal Patto di stabilità in fase di monitoraggio. Poi, però, la Corte dei Conti fu di opinione diversa deliberando, pochi mesi dopo, che il Comune di Molfetta non aveva rispettato la normativa sul patto di stabilità interno per le spese di parte corrente. L'egregio e gentile dottore sappia che a Palazzo di Città non tutti hanno l'anello al naso e sicuramente quando andremo in consiglio per il bilancio le cose saranno più chiare. Intanto attendo ancora qualche parola dal collegio sindacale».
Le dichiarazioni di Ferrante fanno il paio con le perplessità dei Verdi. Anche perché, ancor prima delle dichiarazioni del sindaco, arrivate dopo mesi di assenza di un dirigente alle Finanze, l'assessore al ramo aveva anche rassicurato i cittadini tranesi circa la posizione di Tributi Italia, l'ormai nota società che si occupa della riscossione dei tributi locali e che attualmente versa in grave situazione economica non rimettendo nelle casse degli enti locali i tributi riscossi dai cittadini. «Secondo l'assessore - rimarca il capogruppo consiliare dei Verdi, Michele di Gregorio - il danno per la nostra città sarebbe poco rilevante, nel senso che la società non avrebbe provveduto a versare nelle casse del Comune solo poche migliaia di euro. Tuttavia, al di là delle parole dell'assessore, che dovrebbero essere confortate dai documenti che ci riserviamo di verificare, sarebbe il caso che lo stesso informasse i cittadini sul giudizio arbitrale che la Tributi Italia spa ha avviato a dicembre 2009, notificando il relativo atto di accesso e costringendo il Comune a nominare non solo un avvocato esterno (per le croniche carenze di personale dell'ufficio legale), ma anche un proprio arbitro con notevole aggravio di costi».
E non finisce qui. «Sarebbe anche il caso di capire - continua di Gregorio - per quale motivo e chi ha avuto la geniale idea di permettere che nel contratto stipulato anni addietro con Tributi Italia fosse inserita la clausola cosiddetta compromissoria, che prevede la risoluzione delle controversie non con la giustizia ordinaria ma con i collegi arbitrali, considerato che questi ultimi, notoriamente, in termini di spese costano un mucchio di euro alla collettività». Ci sono precedenti significativi in tal senso, come Palazzo Carcano e il depuratore, per le quali sospensioni dei lavori il Comune dovrà pagare più di un milione di euro proprio in seguito a giudizi arbitrali. «E comunque - conclude di Gregorio - di quali entrate si parla visto che, ad esempio, dei parcheggi a pagamento affidati all'Amet non c'è neanche l'ombra, mentre per quello interrato della stazione la situazione è veramente da autentica vergogna? E non va meglio per le affissioni: situazione veramente disastrosa nonostante i tanti atti deliberativi».
Le parole del dirigente Luigi Panunzio, vengono prese con le pinze dal capogruppo del Partito Democratico: «Dire di aver rispettato il patto di stabilità è un conto, averlo fatto per davvero è un altro» sottolinea Ferrante che tira in ballo un precedente che ha visto lo stesso Panunzio protagonista quando era dirigente alle finanze del Comune di Molfetta: «Nel 2006 aveva dichiarato, relativamente alla spesa corrente, il rispetto dei limiti imposti dal Patto di stabilità in fase di monitoraggio. Poi, però, la Corte dei Conti fu di opinione diversa deliberando, pochi mesi dopo, che il Comune di Molfetta non aveva rispettato la normativa sul patto di stabilità interno per le spese di parte corrente. L'egregio e gentile dottore sappia che a Palazzo di Città non tutti hanno l'anello al naso e sicuramente quando andremo in consiglio per il bilancio le cose saranno più chiare. Intanto attendo ancora qualche parola dal collegio sindacale».
Le dichiarazioni di Ferrante fanno il paio con le perplessità dei Verdi. Anche perché, ancor prima delle dichiarazioni del sindaco, arrivate dopo mesi di assenza di un dirigente alle Finanze, l'assessore al ramo aveva anche rassicurato i cittadini tranesi circa la posizione di Tributi Italia, l'ormai nota società che si occupa della riscossione dei tributi locali e che attualmente versa in grave situazione economica non rimettendo nelle casse degli enti locali i tributi riscossi dai cittadini. «Secondo l'assessore - rimarca il capogruppo consiliare dei Verdi, Michele di Gregorio - il danno per la nostra città sarebbe poco rilevante, nel senso che la società non avrebbe provveduto a versare nelle casse del Comune solo poche migliaia di euro. Tuttavia, al di là delle parole dell'assessore, che dovrebbero essere confortate dai documenti che ci riserviamo di verificare, sarebbe il caso che lo stesso informasse i cittadini sul giudizio arbitrale che la Tributi Italia spa ha avviato a dicembre 2009, notificando il relativo atto di accesso e costringendo il Comune a nominare non solo un avvocato esterno (per le croniche carenze di personale dell'ufficio legale), ma anche un proprio arbitro con notevole aggravio di costi».
E non finisce qui. «Sarebbe anche il caso di capire - continua di Gregorio - per quale motivo e chi ha avuto la geniale idea di permettere che nel contratto stipulato anni addietro con Tributi Italia fosse inserita la clausola cosiddetta compromissoria, che prevede la risoluzione delle controversie non con la giustizia ordinaria ma con i collegi arbitrali, considerato che questi ultimi, notoriamente, in termini di spese costano un mucchio di euro alla collettività». Ci sono precedenti significativi in tal senso, come Palazzo Carcano e il depuratore, per le quali sospensioni dei lavori il Comune dovrà pagare più di un milione di euro proprio in seguito a giudizi arbitrali. «E comunque - conclude di Gregorio - di quali entrate si parla visto che, ad esempio, dei parcheggi a pagamento affidati all'Amet non c'è neanche l'ombra, mentre per quello interrato della stazione la situazione è veramente da autentica vergogna? E non va meglio per le affissioni: situazione veramente disastrosa nonostante i tanti atti deliberativi».