Accusato di calunnia dai colleghi, assolto il figlio del brigatiere Cellammare

La decisione del giudice: il fatto non costituisce reato

sabato 1 novembre 2014 18.47
Assolto "perché il fatto non costituisce reato" con l'equivalente della vecchia formula d'insufficienza di prove. Si conclude così il processo per calunnia che dinanzi al Tribunale di Trani ha visto imputato Bartolomeo Cellamare, figlio dell'ex brigadiere dei Carabinieri per anni in servizio al Nucleo Operativo Radiomobile di Trani Vincenzo Cellamare, ora in pensione.

Secondo la denuncia che sporsero tre colleghi del padre, il giovane li avrebbe calunniati, avendoli ingiustamente accusati di sequestro di persona, percosse, violenza privata, falso in atto pubblico e abuso d'ufficio. La vicenda risale al 2008 e sfociò anche in un processo a carico del papà-brigadiere dinanzi al Tribunale Militare. Ma entrambi i processi si sono conclusi con le rispettive assoluzioni.

Bartolomeo Cellamare denunciò che tre colleghi del padre l'avrebbero strattonato e tirato con forza, costringendolo a scendere dalla moto e ad andare nella sala d'attesa della caserma, ritenendo che non avesse la patente di guida. Qui i militari l'avrebbero obbligato a rimanere contro la sua volontà, bloccando ogni tentativo d'uscita ed elevandogli una contravvenzione per violazione del Codice della Strada.

In ausilio di Bartolemeo giunse il padre che poi fu accusato e processato davanti alla magistratura militare per di minaccia, ingiuria ed insubordinazione.Al contempo il brigadiere fu trasferito, quale sanzione disciplinare, dalla caserma di Trani a quella di Canosa di Puglia, salvo poi vedere annullato il provvedimento dal Tar della Puglia.

Tra novanta giorni è previsto il deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado pronunciata per la posizione del figlio dal giudice monocratico del Tribunale di Trani D'Angeli.