Inchiesta scontro treni, al lavoro i periti

Questa settimana sono attesi anche nuovi interrogatori

lunedì 25 luglio 2016 06.30
Ripartono questa settimana gli interrogatori sia delle persone indagate, che fanno capo a Ferrotramviaria, che di altre informate sui fatti per l'incidente ferroviario del 12 luglio che ha causato la morte di 23 persone e il ferimento di altre 50. Ma entrano nel vivo anche le verifiche e i controlli sul luogo dove è avvenuto lo scontro tra i due treni.

Il pool di consulenti nominato dalla Procura di Trani sarà al lavoro per gli accertamenti tecnici richiesti dai magistrati, al fine di ricostruire dinamica e individuare responsabilità della sciagura ferroviaria. Riprenderanno, poi, gli interrogatori sia delle persone indagate, che fanno capo a Ferrotramviaria, che di altre informate sui fatti. Nei giorni scorsi sono stati già sentiti i due capistazione, Vito Piccareta (in servizio ad Andria) e Alessio Porcelli (a Corato), che sono tra i sei indagati per omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose e disastro ferroviario.

Le loro dichiarazioni sono state secretate, ma sembra siano state determinanti per ricostruire quanto accaduto intorno alle 11 del 12 luglio, quando l'ET1021 (in viaggio da Andria e Corato) e l'ET1016 (proveniente da Corato e diretto ad Andria) si sono scontrati. Mentre venerdì sono stati ascoltati, come persone informate sui fatti, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (su sua richiesta), e l'assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini, per spiegare il perché del mancato raddoppio della linea Ferrotramviaria tra Corato e Barletta e chiarire alcuni aspetti del sistema di sicurezza della linea.

Secondo quanto emerso finora - nonostante il silenzio assoluto mantenuto negli ultimi giorni nel Palazzo di giustizia di Trani - il treno partito da Andria (l'ET1021, con destinazione finale Bari) avrebbe dovuto attendere l'arrivo dell'altro da Corato (l'ET1016, che viaggiava in direzione Barletta) per lo scambio, prima di potersi muovere. Un errore o una distrazione dei ferrovieri, cui però pare non si potesse porre rimedio in mancanza del sistema di controllo marcia treno.