Inchiesta sui derivati, tutti accusati di "truffa"

Tra gli imputati 12 manager di spicco e tre funzionari barlettani di Banca Intesa

giovedì 27 novembre 2014 7.28
Quindici gli imputati per l'inchiesta della Procura della Repubblica di Trani sui prodotti finanziari "Interest Rate Swap" (IRS) che sarebbero stati piazzati in modo truffaldino a danno di chi (nella fattispecie un imprenditore) aveva chiesto un mutuo per la sua attività. Il sostituto procuratore Michele Ruggiero ha notificato la citazione diretta a giudizio a 12 personaggi di spicco (attuali ed ex) di Banca Intesa, della controllata Banca Caboto e a 3 funzionari di una filiale di Barletta.

I fatti contestati a vario titolo vanno dal 2004 al 2008. I 15 rispondo di truffa: i tre "barlettani" anche di concorso in abusivismo finanziario. Per questo reato si passerà dal vaglio dal giudice per l'udienza preliminare dove si discuterà la richiesta di rinvio a giudizio; per l'ipotesi di truffa invece si approda direttamente al dibattimento. Le date dei due filoni processuali saranno fissate nei prossimi giorni.

Tra gli imputatiti spicca il nome di Corrado Passera, manager, banchiere e ministro del Governo Monti. Con lui altri personaggi di livello nazionale: Giovanni Bazoli, presidente del Consiglio di Amministrazione e presidente del Consiglio di Sorveglianza di Banca Intesa; Giampio Bracchi, vice presidente del CdA e membro del comitato esecutivo dell'Istituto; Enrico Salza, presidente del Consiglio di Gestione Intesa; Tonielli Nardozzi, presidente del CdA di Banca Caboto; Giovanni Gorno Tempini, amministratore delegato e direttore generale della Caboto; l'omologo Andrea Munari; Massimo Arrighetti, responsabile Divisione Rete di Banca Intesa e consigliere del CdA di Banca Caboto; Fabio Bolognini, responsabile Direzione Marketing Imprese della Divisione Rete Banca Intesa; Carlo Boselli, responsabile della Direzione Imprese; Matteo Farina, responsabile dell'ufficio Financial Risk Management; Giulio Sartirana, responsabile unità di Corporate Sales Banca Caboto.

Gli altri 3 imputati "locali" sono: Giovanni Civico, Vincenzo Petrarulo e Salvatore Civita, rispettivamente direttore, gestore, e specialista in derivati della filiale di Barletta del Centro Imprese Banca Intesa.

Secondo l'accusa, che si basa anche sulle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, gli swap (costituiti da contratti o titoli il cui prezzo è basato sul valore di mercato di altri beni) sarebbero stati molto gravosi. Avrebbero avuto natura "speculativa, cioè di vere e proprie scommesse sui tassi, sempre sbilanciata in favore della Banca".
Sulla carta avrebbero dovuto tutelare l'imprenditore dalle pericolose fluttuazioni degli interessi passivi ed invece sarebbero stati vantaggiosi solo per l'istituto di credito che avrebbe avuto un forte interesse a che venissero sottoscritti quei prodotti finanziari.

L'indagine del pm Ruggiero prese le mosse dall'esposto dell'imprenditore barlettano Ruggiero Di Vece, amministratore della Sas Euroalluminio, che denunciò i presunti illeciti meccanismi di alcuni prodotti finanziari che aveva sottoscritto nella filiale di Barletta di Banca Intesa Mediocredito.