Inchiesta sui giudici corrotti, Nardi resta in carcere

Respinta la richiesta di domiciliari

mercoledì 15 aprile 2020 13.50
Il giudice Michele Nardi, coinvolto nell'inchiesta per corruzione in atti giudiziari che ha scosso il tribunale di Trani, rimarrà in carcere. Lo ha deciso il collegio della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce che ha respinto una nuova richiesta di scarcerazione.

Nardi è in carcere dal gennaio 2019 ed è a giudizio insieme al collega pm Antonio Savasta, che ha scelto il rito abbreviato. Per lui l'accusa è di aver garantito la sistemazione di processi a favore di imprenditori, tra cui il coratino Flavio D'Introno suo principale accusatore.

Nell'inchiesta è coinvolto anche l'ispettore di polizia di Corato Vincenzo Di Chiaro, attualmente a giudizio insieme a Nardi.

Nardi, che attualmente si trova nel carcere di Matera, avrebbe chiesto la scarcerazione e la misura degli arresti domiciliari adducendo motivi di salute tra cui un forte stato depressivo che, stando alle parole dei legali, lo renderebbe particolarmente vulnerabile al Covid 19. Il collegio di periti nominati dal tribunale ha esaminato la documentazione clinica ma ha confermato la compatibilità dello stato di salute dell'ex gip con la detenzione in carcere.