«Istituzioni dormienti di fronte ai bisogni dei più fragili», la denuncia di Italia in Comune

«Chiediamo con forza un cambio di passo prima di ritrovarci a commentare qualcosa che soltanto con un po’ più di attenzione avremmo potuto evitare»

giovedì 27 ottobre 2022 9.40
In seguito al costante ripetersi degli episodi di abbandono dei più fragili è tornato prepotentemente all'attenzione della cittadinanza una problematica che troppo spesso, dalle istituzioni, viene relegata in fondo alla gerarchia dei problemi, salvo ritrovarsi poi a commentare episodi tristi e spiacevoli che dovevano essere gestiti in altro modo. La colpa non può essere sempre degli altri!

Trani è la città in cui tanti decidono di venire per riempirsi gli occhi di cotanta bellezza o anche solo per respirare la fresca brezza marina. Si passeggia per le stradine del meraviglioso centro storico, si ammirano i monumenti, si celebrano gli eventi cittadini e, in una bella giornata di sole, si avverte quel senso di felicità dato dalla bellezza delle cose che ci circondano.

Ma questa è la città agli occhi di chi, da turista, la vive di passaggio, per pochi giorni o per qualche ora. Su quelle stesse piazze e strade, adulti in difficoltà, senza fissa dimora, anziani soli, giacciono, spesso abbandonati. Nel linguaggio comune si è oramai affermata la parola "INVISIBILI" per definire la condizione di questi uomini e donne, che tali non sono e andrebbero resi molto più visibili degli altri attraverso l'attenzione che le istituzioni dovrebbero riservargli. In quelle stesse strade e piazze spesso ci ritroviamo a manifestare per i diritti negati, parlando anche di solidarietà, che si vorrebbe spontanea e diretta ad una sostanziale convergenza di identità, idee e sentimenti che però spesso resta solo sulla carta.

Non è possibile affidarsi solo ed esclusivamente alla meritoria ed instancabile opera degli operatori privati del terzo settore. Le istituzioni devono intervenire, perché se un adulto, a 50 anni, senza una casa, non sa dove poter vivere, la risposta delle istituzioni non può essere: "A 50 anni può lavorare, si rimbocchi le maniche!"

Se un anziano è solo poiché privo di riferimenti familiari non si può pensar bene di lasciarlo in stato di abbandono, soltanto perché non avrà formalizzato da sé una richiesta d'aiuto. Solidarietà vuol dire tendere la mano a chi ha bisogno, coglierne le necessità, mettere a disposizione le proprie risorse in favore di chi queste non le ha e le istituzioni più di chiunque altro possono e devono intervenire perché se, davanti a chi dorme su una panchina, si continua a passare avanti, a girare la testa dall'altra parte, è necessario, a quel punto, considerarsi omertosi, accondiscendenti e soprattutto inadempienti.

In tutto questo il terzo settore c'è, in silenzio fa quello che può, con costanza, al servizio del prossimo, spesso molto più di una istituzione, latente, dormiente, talvolta anche ignara, la quale non comprende che, abbandonando i suoi cittadini meno fortunati e mortificando i suoi stessi valori, abbandona anche se stessa. Chiediamo con forza un cambio di passo prima di ritrovarci a commentare qualcosa che soltanto con un po' più di attenzione avremmo potuto evitare.

Il gruppo consiliare Italia in Comune
Tommaso Laurora
Mariangela Scalandrone
Felice Corraro
Erika Laurora