L'Acli stipula una convenzione con la Caritas
Consulenze gratuite ai fruitori del centro d'ascolto di Trani. Il patronato sta conducendo anche una battaglia per una riforma della social card
martedì 1 marzo 2011
14.02
E' stata sottoscritta nelle scorse settimane una convenzione tra il patronato Acli (rappresentato dal commissario Gianluca Budano) e la Caritas diocesana (rappresentata da don Raffaele Sarno). Il patronato Acli è un istituto di assistenza sociale presente in Italia dal 1945 al servizio dei lavoratori e cittadini per offrire gratuitamente informazione, consulenza, assistenza e tutela verso gli enti assistenziali previdenziali.
Il responsabile zonale delle Acli di Trani e, quindi, colui che si occuperà della realizzazione pratica della collaborazione con la Caritas è Vito Bucci. «La nascita del nostro accordo – dice Bucci - è finalizzata esclusivamente agli interventi a favore delle diverse situazioni di poverta presenti nella nostra città. Essere parte attiva come patronato Acli ci fa raggiungere quello che è uno dei nostri obiettivi e vale a dire aiutare le famiglie più disagiate. Il nostro presente è già difficile ed il futuro forse ancora di più, ma se riusciamo a dare un modesto contributo, se riusciamo ad aiutare i più bisognosi in maniera concreta, allora avremo raggiunto un piccolo ma importante traguardo».
L'aiuto dell'Acli consisterà nella presenza di un collaboratore presso il centro d'ascolto della Caritas cittadina, il quale darà assistenza coadiuvato dai responsabili del centro che conoscono meglio le problematiche di ciascuna persona. Insieme si cercherà di agire cercando la migliore soluzione di sostegno. I servizi che saranno offerti spaziano dalle pensioni, prestazioni a sostegno del reddito, immigrazione, invalidità civile ed altro.
L'Acli sta conducendo anche una battaglia per una riforma della social card. Si tratta di una proposta da inserire in un piano triennale (2011 – 2013) che migliori e sviluppi la carta, elevando l'importo da 40 euro mensili a 129 euro mensili medi che si differenziano in base alle condizioni di povertà, ampliando nel contempo la concessione non solo alle persone di almeno 65 anni o bambini entro i 3 anni, ma a tutte quelle famiglie che vivono in povertà assoluta.
Il responsabile zonale delle Acli di Trani e, quindi, colui che si occuperà della realizzazione pratica della collaborazione con la Caritas è Vito Bucci. «La nascita del nostro accordo – dice Bucci - è finalizzata esclusivamente agli interventi a favore delle diverse situazioni di poverta presenti nella nostra città. Essere parte attiva come patronato Acli ci fa raggiungere quello che è uno dei nostri obiettivi e vale a dire aiutare le famiglie più disagiate. Il nostro presente è già difficile ed il futuro forse ancora di più, ma se riusciamo a dare un modesto contributo, se riusciamo ad aiutare i più bisognosi in maniera concreta, allora avremo raggiunto un piccolo ma importante traguardo».
L'aiuto dell'Acli consisterà nella presenza di un collaboratore presso il centro d'ascolto della Caritas cittadina, il quale darà assistenza coadiuvato dai responsabili del centro che conoscono meglio le problematiche di ciascuna persona. Insieme si cercherà di agire cercando la migliore soluzione di sostegno. I servizi che saranno offerti spaziano dalle pensioni, prestazioni a sostegno del reddito, immigrazione, invalidità civile ed altro.
L'Acli sta conducendo anche una battaglia per una riforma della social card. Si tratta di una proposta da inserire in un piano triennale (2011 – 2013) che migliori e sviluppi la carta, elevando l'importo da 40 euro mensili a 129 euro mensili medi che si differenziano in base alle condizioni di povertà, ampliando nel contempo la concessione non solo alle persone di almeno 65 anni o bambini entro i 3 anni, ma a tutte quelle famiglie che vivono in povertà assoluta.
L'Acli sta conducendo anche una battaglia per una riforma della social card. Si tratta di una proposta da inserire in un piano triennale (2011 – 2013) che migliori e sviluppi la carta, elevando l'importo da 40 euro mensili a 129 euro mensili medi che si differenziano in base alle condizioni di povertà, ampliando nel contempo la concessione non solo alle persone di almeno 65 anni o bambini entro i 3 anni, ma a tutte quelle famiglie che vivono in povertà assoluta.