L'origine del vino, tra storia e curiosità - parte 2

Approfondimento della beverage menager Ludovica Diaferia

martedì 17 novembre 2020
Un cavatappi, immagino, tu lo abbia. Quindi, va da sè, stappa quella bottiglia che hai conservato da tempo, magari per festeggiare un'occasione speciale, versane un calice e preparati, se ne hai voglia, a quattro chiacchiere introduttive sul vino.

So che stai pensando, non preoccuparti se adesso la tua dispensa resterà vuota, sono sicura che questo corso di degustazione casalingo ti accompagnerà nel magico mondo del vino attraverso scelte enologiche migliori.

La volontà non è quella di ubriacarti di parole e neanche letteralmente, ma guidarti nella scoperta del vino dalla giusta prospettiva, allontanandolo dai luoghi comuni che lo identificano come l'acqua dei "beoni" o, al contrario, come bevanda destinata ai più sofisticati.

Ciò che voglio trasmetterti è il mio amore per questo prodotto dalle origini antiche e illuminarti sul lavoro dell'uomo, contenuto in ciascun calice e sulla sua connessione con la natura che talvolta lo privilegia talvolta lo ostacola. Voglio spiegarti in che modo e dove viene realizzato, insegnarti a riconoscere le peculiarità di un vino ancor prima di assaggiarlo. Ah se ci fosse un manuale simile sull'amore, hai idea di quanti casi umani avremmo evitato se li avessimo etichettati come tali dal primo sguardo?

Non divagando, se ti fidi di me ti fornirò una cultura sufficientemente ampia da permetterti di essere sempre sicuro di cosa stai bevendo.

Partiamo da qui. Sai cos'è contenuto in una bottiglia di vino? In maggioranza acqua, espressa in una percentuale che si aggira sul 78-85% e successivamente da elementi che rilasciano la loro dolcezza come gli alcoli e gli zuccheri.

Da questo comune punto di partenza subentrano, in quantità minore, centinaia di altre sostanze artefici di conferire il carattere distintivo di ciascun vino e che possono essere scoperte a seguito di un esame organolettico. Non lasciarti ingannare dal termine, si tratta di quell'azione che hai visto fare meccanicamente moltissime volte dal tuo amico, tutti ne abbiamo uno, che si definisce un esperto.

Valutare il colore e la sua limpidezza, estrarre dal cilindro termini descrittori che sembrano causali ma che richiamano odori più o meno noti da tutti e assaggiare con grandi sorsate seguite da espressioni buffissime del volto.

Tutto questo non è un gioco, nonostante ne abbia l'aspetto. Ognuna delle singole azioni prima citate hanno un preciso fondamento. Dal colore di un vino si evince l'età e lo stato evolutivo, dal suo profumo emerge il vitigno, le tecniche di vinificazione. Gli odori che si intuiscono e che somigliano ad altri che conosciamo, sono un legittimo rimando ad elementi dell'immaginario comune che in realtà corrispondono a sostanze chimiche precise.

Nonostante le valutazioni in merito siano tantissime c'è un consiglio sovrano che non devi mai dimenticare. Se il colore del vino è bello, limpido, se il profumo ti sembra pulito, piacevole ma soprattutto se il gusto è gradevole, quello che stai sorseggiando è un buon vino.

Quindi, alla luce di ciò che è stato detto, analizza il calice che hai versato all'inizio delle nostre chiacchiere, valutane ogni aspetto, colore, odore, sapore. Immedesimati nel tuo amico saccente e lasciagli terreno, degustazione dopo degustazione non sarai più tu il novellino.