La nostalgia della piazza del pesce sbarca sul web

Una poesia in vernacolo per ricordarla, l'ha scritta Vito Fanelli. Su YouTube un video tra malinconia e amarcord

martedì 20 dicembre 2011 0.41
«Qualsiasi cosa fai, non va mai bene». Quante volte abbiamo sentito proferire queste parole dai nostri amministratori negli ultimi anni? In effetti è sempre così. Roba da paese, roba da Italia. La legge (non scritta) si applica in qualsiasi campo, dalla sfera degli affetti e del personale a quella pubblica. Su ogni provvedimento c'è il partito degli scontenti pronto a far sentire la sua voce. Nulla di scandaloso, ci mancherebbe. Anche questa è democrazia.

E così, ci sta anche che la nuova piazza Longobardi sia nata sotto la stella della divisione. Il nostro portale, per primo, ha raccolto nel giorno dell'inaugurazione gli umori del popolo. Molti hanno espresso gradimento per aver tolto da li il mercato del pesce (con annessi odori) ed aver reso più ordinato e pulito il sito, ma c'è stato anche chi non ha gradito. E via con la malinconia e con l'amarcord.

La nostalgia ovviamente è sbarcata sul web dove abbiamo raccolto una brillante poesia in vernacolo, scritta e montata da Vito Fanelli. «Per non dimenticare la storia, i costumi, le tradizioni, i sapori e gli odori di piazza Longobardi». Anche questo è paese.
Du viicch ameic s'ecchn alle sai d sair mezz a raffanedd.
«Ue' Genzi' com sciam?»
E Genzin «tutt appost, e tuue?»
«Na m poss lamntè», rispann Colin.
L du ameic tra na chiecchr e l'elt,
sentn da lndan na vauc ca greit.
Iaj la vauc du bannist: «sciat alla chiezz, stann l'aleic fresch,
u ciambott, chcical veiv, chrreit ca l priizz so buun».
«Genzi' sciam alla chiezz?»
E Genzin, «sciam, sciam»....