Laurora e di Gregorio puntano i riflettori sull'Amet

«È vero che l’Amet ha sul groppone debiti insoluti per 2,5 milioni di euro?»

giovedì 29 gennaio 2015 9.28
A cura di Martina Tortosa
Mentre, come dichiarano loro stessi, in città c'è chi, imperterrito, si occupa della solita retorica vuota "fritta e rifritta", i verdi Laurora e di Gregorio non abbassano la guardia neanche per un secondo e accendono, ancora una volta, i riflettori sull'attuale situazione dell'Amet.

Nella speranza che ci sia ancora qualcuno disposto a fornire adeguate spiegazioni, i due hanno tirato fuori dal cilindro una serie di domande scomode: «È vero – chiedono - che al momento esiste il rischio che un credito della società di circa 100 mila euro, per bollette non riscosse, possa prescriversi? È vero che attualmente l'Amet Energia, società di Amet spa, ha un debito di circa 2 milioni di euro? È vero che l'Amet ha sul groppone debiti insoluti con Cassa Conguaglio per 2,5 milioni di euro? È vero che, contrariamente agli impegni assunti con la Prefettura Bat, l'Amet, ad oggi, non ha ancora adottato un Piano industriale (da presentarsi entro ottobre 2014)?»

Ma il gioco del vero o falso non finisce qui: «È vero che esiste un debito con Equitalia per circa 120 mila euro? È vero che la gara per la installazione dei parcometri in città non è stata ancora bandita? È vero che il ritardo dell'invio dei dati del fotovoltaico al Gestore pubblico potrebbe portare al mancato pagamento dei contributi ai privati (200 impianti circa) con rischio di azioni risarcitorie contro l'Amet?».

Ultima domanda prima della fine del gioco: «È vero che l'amministratore delegato ha fatto protocollare, il 7 ottobre, una relazione nella quale ha evidenziato la situazione drammatica dell'amet, oramai sull'orlo del baratro, e che, perdurando l'attuale stallo, l'unica conclusione possibile è la perdita delle concessioni ed il naturale default aziendale?».

In considerazione della gravità della situazione, Laurora e di Gregorio hanno deciso di richiedere l'intervento immediato del neo commissario prefettizio che, purtroppo, dovrà confrontarsi con una simile, "allettante eredità".