Lite sul regolamento per il "controllo analogo" delle società: salta il Consiglio

Seduta rinviata a lunedì per mancanza del numero legale

venerdì 26 maggio 2017 14.42
Seduta del Consiglio comunale rinviata a lunedì prossimo. L'assise si è arenata già al primo punto all'ordine del giorno: il regolamento sulle modalità di esercizio del controllo analogo sulle società partecipate in house del Comune di Trani, ovvero Amet e Amiu. Il regolamento, che si compone di 22 articoli, dovrebbe costituire disciplina speciale rispetto a quello per il controllo delle sociatà normoquotate partecipate del Comune, in quanto si occupa della regolamentazione specifica per le società in house.

COSA PREVEDE IL REGOLAMENTO - Il regolamento ha l'obiettivo di attuare una più efficace azione d'indirizzo, vigilanza e controllo nelle società cui partecipa, definendo le regole del controllo analaogo, ossia un'attività di vigilanza e controllo, nei confronti delle partecipate in house, analoga a quella svolta istituzionalmente dall'Ente riguardo alle attività dei propri uffici.

Ai fini della verifica dell'esercizio si effettuano dei controlli: un controllo "ex ante" attraverso la del documento di programmazione dell'amministrazione aggiudicatrice che fissi gli obiettivi da perseguire con l'in house providing; un controllo "contestuale" attraverso la richiesta di relazioni periodiche sull'andamento della gestione, la verifica dell'attuazione degli obiettivi, la previsione della possibilità di fornire indirizzi vincolanti sulle modalità di gestione economica, la previsione di controlli ispettivi, il potere di modifica delle schemi-tipo degli eventuali contratti di servizio con l'utenza; un controllo "ex post" esercitabile in fase di approvazione del rendiconto dando atto dei risultati raggiunti dall'organismo in house.

Il sistema di controllo è effettuato da un organismo appositivamente istituito, denominato Comitato di coordinamento delle società partecipate.

Come il Comune effettuerà il controllo analogo? - Le decisioni più importanti devono essere sottoposte all'esame preventivo del Comune; il Comune ha il dovere di assegnare gli obiettivi strategici alle Società Partecipate; lo Statuto delle società in house del Comune deve prevedere che oltre l'80% del loro fatturato sia effettuato nello svolgimento di compiti a esse affidati dal Comune di Trani o dagli enti pubblici soci e che la produzione ulteriore rispetto al suddetto limite di fatturato sia consentita solo a condizione che la stessa permetta di conseguire economie di scala o altri recuperi di efficienza sul compless dell'attività partecipate della società.

LA DISCUSSIONE IN AULA - Su questo punto il consigliere Emanuele Tomasicchio (Fdi), prima della discussione, ha chiesto il ritiro del provvedimento «in quanto non sussistono i caratteri d'urgenza». Messa in votazione, però, la pregiudiziale non ha raggiunto la maggioranza ed è stata respinta con 17 voti contrari.

Contrari al provvedimento anche i consiglieri del movimento Trani#aCapo. Maria Grazia Cinquepalmi ha spiegato che, con questo regolamento, ci sarebbe un'eccessiva ingerenza del governo politico. «In base a quale articolo del Codice civile questo? La gestione delle società partecipate, invece, può essere regolata solo dal codice civile», ha detto. Ancora più pesante la posizione di Tomasicchio. «Gli atti di indirizzo sulle partecipate spettano al Consiglio comunale, come previsto dallo Statuto comunale», ha sottolineato. «La revisione e la vigilanza sulle società partecipate spetta inoltre ai revisori dei conti comunali, così come scritto nelle linee guida dell'ordine nazionale dei dottori commercialisti, e non ad organi nominati apposta. Ma soprattutto non c'è dubbio che questo regolamento faccia a cazzotti con la legge».

Beppe Corrado, pur apprezzando l'iniziativa dell'amministrazione che si è decisa finalmente a varare un regolamento di "controllo analogo" sulle società partecipate, ha condiviso tutte le perplessità dei colleghi di opposizione e ha chiesto il rinvio. Dai banchi della maggioranza anche Domenico Briguglio (Realtà Italia) si è detto d'accordo con la richiesta di rinvio per precisare alcuni aspetti. Leo Amoruso (Pd), invece, ha chiesto una sospensione. Richiesta accolta a maggioranza (con 15 voti) con sospensione di 15 minuti. Al rientro solamente 8 i presenti e pertanto la seduta è stata rimandata di ulteriori 15 minuti. Nulla da fare anche al secondo appello: solamente 7 i presenti e pertanto la seduta è stata rinviata a lunedì mattina.