«Non chiedermi a chi è destinato, lo scoprirai dai telegiornali», shock dopo gli arresti per possesso di tritolo

S'indaga per scoprire l'obiettivo, non si esclude fosse diretta ad un palazzo istituzionale

mercoledì 28 novembre 2018 13.15
«Non chiedermi a chi è destinato, lo scoprirai dai telegiornali». E' questa la scioccante intercettazione intercorsa tra Gaetano Arnesano e la sua coinquilina che si è appresa nel corso della conferenza stampa al Tribunale di Trani per far luce sul fatto di cronaca che ha portato all'arresto dell'uomo perché trovato in possesso, a seguito di perquisizione personale, di 3.3 kg di esplosivo. Le parole sono state pronunciate dalla donna per rispondere alla domanda di Arnesano che in realtà in tutta la vicenda sembrerebbe essere stato chiamato come tecnico in quanto figura esperta di esplosivo. Nella sua abitazione nel centro storico furono rinvenuti altri 7 kg di esplosivo che, a seguito di analisi scientifiche, si scoprì essere tritolo.

Le indagini, portate avanti dai Carabinieri della Compagnia di Trani, guidate dal nuovo capitano Francesco Nacca, sono volte a scoprire chi avesse procurato l'esplosivo e a chi fosse diretto, domande cui tuttora non c'è una risposta certa. Non si esclude nessuna pista né quella che porta a qualche privato o esponente della criminalità organizzata, né istituzionale ad edifici o persone. Gli altri due arrestati, una donna e un uomo (quest'ultimo di nazionalità marocchina) hanno ammesso la convivenza con Arnesano e di averlo aiutato nel confezionamento dei 3,3 kg di esplosivo.

«Ciò che preoccupa maggiormente – ha affermato procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, Antonino di Maio – è che questa persona avesse questa quantità di esplosivo pronta all'uso da lì a poche ore. Nella Bat c'è un equilibrio precario sulla sicurezza e questo atto era destinato a spezzarlo».

Dalla conferenza si è appreso anche che Arnesano, esperto di esplosivo, agiva su commissione. Quando è stato fermato dai Carabinieri, l'uomo stava portando esplosivo in piazza Mazzini, vicino un cassonetto della spazzatura, nei pressi della palazzina Borsellino sequestrata ai beni di Annacondia dove attualmente risiede il gruppo di Polizia Giudiziaria.

Non si esclude, quindi, la pista mafiosa e per tale motivo nei prossimi giorni il fascicolo d'indagini passerà al Distretto Antimafia di Bari.