Nuovo ospedale nella Bat, la protesta di Trani è servita

In conferenza dei sindaci l'assessore Fiore rimette tutto in discussione. Sul nostro nosocomio nessuna decisione è stata presa

lunedì 14 novembre 2011 23.31
La protesta di Trani ha colto nel segno, almeno così sembra. Nel corso della conferenza dei sindaci convocata ad Andria ed a cui hanno partecipato l'assessore regionale alle politiche della salute, Tommaso Fiore, e l'assessore regionale ai lavori pubblici, Fabiano Amati, si è dicusso dell'ubicazione del nuovo ospedale che andrebbe realizzato nella Bat. Dalle dichiarazioni dell'assessore Fiore, non è poi così sicuro che la scelta debba ricadere sulla direttrice Andria-Canosa, anzi. «Rispetto al suolo su cui edificare l'ospedale – ha detto Fiore - fino a questo momento sono state prese in considerazione due opzioni: la prima è relativa a un suolo di circa 8 ettari che si estende su un territorio tra Andria e Trani che però necessiterebbe di lavori idrogeologici molto importanti e impegnativi. La seconda opzione riguarda un territorio di circa 50 ettari, tra Andria e Canosa in località Papparicotta, che potrebbe, data la vastità del suolo, ospitare la struttura ospedaliera nonostante anche lì siano presenti limitazioni idrogeologiche».

Nessuna decisione, dunque, è stata presa, in alcun senso. E per Trani questo è un punto a favore. L'assessore Fiore ha poi spiegato che si è appena conclusa la prima fase di piano di rientro e che il contenimento della spesa in questo momento è in linea con gli obiettivi prefissati. «Quando la prima fase potrà dirsi superata – ha continuato Fiore - potremo concentrarci sulla seconda delicatissima fase del piano di rientro e di riordino ospedaliero. La realizzazione del nuovo ospedale nella Asl Bat resta un nostro obiettivo e una nostra priorità, ma dobbiamo anche pensare al contenimento della spesa sul personale e ipotizzare di poter realizzare presidi ospedalieri che superino i confini delle singole province».

Ai sindaci della sesta Provincia, presieduti da Nicola Giorgino, ora il compito di vagliare in tempi brevi l'ipotesi di prendere in considerazione anche altri suoli, non necessariamente di proprietà pubblica, su cui poter edificare il nuovo presidio ospedaliero. Insomma, palla al centro sul punteggio di parità.