Ordinanza discarica, tutti i dubbi del comitato Bene Comune

Anna Rossi e Teresa De Vito: «Ma l'impianto non era già stato chiuso?»

venerdì 30 settembre 2016 11.06
A commentare i recenti sviluppi sulla questione discarica sono Anna Rossi e Teresa De Vito del comitato Bene Comune.

«Questi ultimi giorni - scrivono in una nota - sono stati giorni caratterizzati dal susseguirsi di importanti avvenimenti. Sabato scorso Trani ha ospitato, all'interno dei Dialoghi Rossano Ercolini, un personaggio di fama internazionale per il suo impegno nella promozione della strategia rifiuti zero. Nonostante il successo dell'incontro, non è passata inosservata l'assenza del dottor Santorsola, il cui intervento era previsto, in qualità del suo ruolo di assessore all'Ambiente della R egione Puglia, per sviluppare un dialogo che sarebbe stato sicuramente molto interessante, considerando quanto il tema dei rifiuti e della discarica stanno a cuore di questi tempi alla cittadinanza. Un'assenza non giustificabile, dal momento che si trattava di un incontro programmato da mesi. Stupisce che un impegno istituzionale di sabato mattina sia stato talmente importante da indurlo ad annullare un appuntamento fissato con così largo anticipo, e per giunta di fronte ai tranesi suoi concittadini, quelli che lo hanno votato per la maggior parte proprio in ragione di una vicinanza che nella realtà dei fatti sembra del tutto disattesa. Non è la prima volta infatti che l'assessore si sottrae al pubblico confronto, anzi, per dirla tutta, un dibattito con i cittadini finora non è mai stato possibile».

«L'evento più importante - proseguono - di questi giorni è però senza dubbio la tanto improvvisa quanto inaspettata ordinanza con cui il sindaco ha imposto la copertura e chiusura con la massima urgenza dei famigerati tre lotti della discarica. Ci si perdoni se non riusciamo ad accogliere la notizia con rullo di tamburi e marcia trionfale, come forse ci si aspetterebbe vista la nostra lunga battaglia su questo; riteniamo che la cautela sia non solo legittima, ma anche obbligata. Le ragioni addotte dal sindaco nella conferenza stampa da lui convocata per spiegare i motivi di questa improvvisa decisione non sembrano del tutto convincenti. Affermare che non c'è stato nessun aggravamento del rischio ambientale, ma che la decisione sia nata per aver preso coscienza che l'imminente arrivo delle piogge autunnali e invernali causerà un notevole incremento della produzione di percolato e di inquinamento in assenza della copertura, induce a porci degli interrogativi».

A questo punto le due rappresentanti del movimento chiedono perché fino ad ora sia stato detto che l'ordinanza di chiusura fosse di competenza della Regione. «Ci è stato anche più volte detto - proseguono - che la discarica era già chiusa e non c'era quindi bisogno di un apposito provvedimento; è stato detto che l'inquinamento fosse rientrato e il percolato diminuito; poi che l'approvazione della proposta di delibera per la chiusura della discarica sarebbe stata pleonastica visto che il consiglio comunale aveva già approvato la delibera "rifiuti zero" che implicitamente già la prevedeva. Come mai inoltre il capping dei lotti esistenti non rientrava tra le immediate priorità progettuali ma risultava più urgente provvedere alla risagomatura dei lotti 1 e 2 con altri rifiuti? Perché fino all'ultimo ci è stato detto che la chiusura della discarica ci avrebbe esposto al pericolo dell'Ecoerre? Il fatto che tutti questi presunti impedimenti siano svaniti quasi per incanto fa sorgere un'altra importante domanda: non è che questa improvvisa folgorazione sulla via di Puro Vecchio sia stata indotta da forza maggiore?».

Concludono: «Possiamo considerare l'ordinanza sindacale come l'atto che pone definitivamente fine al capitolo discarica, o dobbiamo temere la realizzazione di un altro lotto che le dia nuova vita per servire una regione che annaspa tra i rifiuti? Per ora gioiamo, ma non abbassiamo la guardia».