Ospedale di Trani, Avantario (Pd) scrive al nuovo commissario Asl

Ci sono 5 questioni da cui ripartire, in attesa di un incontro-confronto

mercoledì 21 gennaio 2015 8.04
L'avvicendamento del nuovo Direttore Generale dell'Asl Bt Ottavio Narraci, che succede in veste di commissario a Giovanni Gorgoni trasferito alla ASL di Lecce, offre lo spunto a Carlo Avantario, ex consigliere comunale del Pd e già Direttore di Ginecologia nell'ospedale di Trani e Bisceglie, per riproporre una riflessione sullo stato dell'arte della Sanità della nostra Città, o meglio su ciò che è rimasto del San Nicola Pellegrino.

«Una riflessione - dice Avantario - che non può prescindere dal passato recente governato dal dr. Gorgoni. Il direttore uscente, con il quale ci siamo confrontati più volte, è stato protagonista di una trasformazione epocale che ha portato il nostro Ospedale a cambiare completamente la propria fisionomia: una trasformazione, per la verità, con poche luci e molte ombre. Si chiude un'esperienza caratterizzata da alcune lodevoli iniziative (la breast unit, la clown terapy, l'istituzione del registro tumori, l'apertura della struttura per i trapianti nella Unità Operativa di Ematologia di Barletta ecc.), ma anche da tanti progetti annunciati e non completati (le sale operatorie di Trani, la Casa del Parto a Trani completata da oltre tre anni e mai avviata, ecc.).

Al nuovo Direttore Generale dr. Narraci - continua Avantario - va subito formulato un apprezzamento per aver confermato nella equipe della Direzione Generale, il dr. Capozzolo come Direttore Amministrativo e il dr. Di Terlizzi come Direttore Sanitario, a riprova del buon lavoro svolto e della continuità che si vuole dare a tale lavoro, ma soprattutto per la necessità di evitare il rallentamento fisiologico dell' azione amministrativa conseguente ad un cambio totale dei vertici. Il tema della Salute è molto sentito nella nostra Città, soprattutto perché abbiamo assistito in questi ultimi anni a chiusure, trasferimenti, accorpamenti di reparti e servizi, non accompagnati dall'implementazione di servizi alternativi.

Nella nostra Città - insiste il consigliere del Pd - è soprattutto ancora aperta la ferita causata dalla chiusura del punto nascita; tale ferita poteva essere in parte rimarginata dall'apertura della Casa del Parto, ma tale progetto, nonostante il completamento del reparto da oltre tre anni, non è mai stato portato a compimento. Ho più volte lamentato che l'assistenza sanitaria in genere, si sarebbe inevitabilmente ridotta a causa delle chiusure dei reparti, con una disparità di trattamento in alcune branche tra territorio e territorio; il famoso riequilibrio tra medicina territoriale ed ospedaliera non si è concretizzata e, a tutt'oggi, non si intravede una vera "osmosi" tra territorio e ospedale, con una implementazione della medicina territoriale ed una modernizzazione vera della rete ospedaliera.

Le questioni ancora aperte purtroppo sono tante e in questa sede non posso che accennare alle principali, lasciandole il tempo necessario per conoscerle e approfondirle, in attesa di avviare al più presto un confronto proficuo con la Città:
1) liste d'attesa scandalose e inaccettabili, con pericolosa e strisciante deriva privatistica;
2) mancata riorganizzazione territoriale con destinazione dell'ospedale di Trani al day surgery a servizio dell'intera ASL;
4) mancato avvio della Casa del Parto completata da circa 3 anni;
5) paventata trasformazione del pronto soccorso di Trani in punto di primo soccorso.
Tutti temi che necessitano di un approfondimento da parte Sua e di un confronto, da far partire al più presto, con la cittadinanza e con chi ha a cuore il benessere della nostra comunità.

Egregio Direttore - conclude Avantario -, sono certo che anche Lei, come operatore della sanità, nel suo ruolo di medico-direttore, è "contaminato" dal nostro comune sentire, che ci chiama a svolgere i nostri compiti con il massimo impegno, sapendo sempre che si tratta di una missione delicata e fondamentale per assicurare la difesa della dignità umana, nel momento della sua massima fragilità; una dignità che nel passato recente è stata troppo spesso calpestata in nome di pareggi di bilanci, di egoismi o, peggio ancora, di campanilismi.