Ospedale dissolto: tranesi gabbati e... ammazzati

Concittadino perde la vita facendo una fila di tre ore in un pronto soccorso

lunedì 11 febbraio 2019 8.00
A cura di Giovanni Ronco
Era naturale che dopo la spoliazione dell'ospedale di Trani, dopo il suo smantellamento studiato, chirurgico e premeditato, i tranesi cominciassero ora a pagarne le conseguenze effettive. Giorni fa é morto un mio carissimo amico, residente a Trani, impiegato a Molfetta, padre di famiglia, non si sa ancora bene perché. I parenti hanno avviato una causa, cercando verità e giustizia, proprio all'interno di quell'odioso meandro che é divenuto il diritto alla salute per i tranesi.

Potranno avere giustizia, spero per loro, ma nessuno potrà restituirgli il loro caro. É morto dopo un'attesa lunga, lunghissima: cominciata con una prima chiamata d'aiuto per un forte dolore al petto. Al consiglio di prendersi una tachipirina (sic), il nostro concittadino torna a casa e continua quella lunga attesa, convivendo col dolore. Tutta la notte. Il dolore prende anche il braccio.

La lunga attesa continua la mattina dopo quando, guidando personalmente la sua auto, si reca fuori Trani perché qui il pronto soccorso non c'è più. L'attesa continua e lo uccide. Dalle 9 alle 12: l'ultima fila della sua vita che si chiude tragicamente accasciandosi tra le braccia della moglie, ora impietrita dal dolore. Era un tranese nostro concittadino, rimasto come noi senza ospedale e costretto a morire facendo una fila di tre ore, come hanno riferito i familiari.

Questo articolo glielo dovevo. Questo articolo non vuole speculare o strumentalizzare la morte di una persona. Ma vuole far riflettere sugli effetti concreti (non a chiacchiere) dei tagli di ospedali come quello di Trani. Magari non volevamo "farci curare manco un'unghia", ma forse ora il nostro amico sarebbe ancora con noi.