Poliambulatorio solidale: un altro passo in avanti

Tutto quasi pronto per l'avvio dei lavori. Don Mimmo: «Manca solo qualche carta»

lunedì 20 novembre 2017 16.02
A cura di Giovanni Ronco
L'appuntamento era per la sera del 16, giorno in cui si festeggia san Giuseppe Moscati, il santo a cui s'ispira il grande progetto della solidarietà che si fa concretezza: il poliambulatorio solidale che sorgerà all'interno della parrocchia dello Spirito Santo, con l'impegno della Caritas, dei medici volontari e dell'associazione Orizzonti. Si diceva della sera del 16. Una piccola processione nel quartiere, in onore di san Giuseppe Moscati. C'è Angelo Guarriello, "medico missionario" dei nostri giorni e delle nostre comunità, come amo definirlo da un po'. Non c'è bisogno, per essere chiamati "missionari", al giorno d'oggi e con le grandi povertà morali e materiali che affossano le nostre città apparentemente benestanti, di andare necessariamente in Africa o Asia.

Il terzo mondo è anche qui. Con famiglie che non arrivano, puntualmente, alla fine del mese. Con padri di famiglia malati ma che tirano la cinghia e la carretta, senza farmaci e senza controlli, pur di non far mancare il minimo, l'essenziale. Ci sono i medici volontari, piccoli grandi angeli custodi che offriranno la loro competenza e professionalità ai poveri che si presenteranno. Sempre più numerosi, sempre più sofferenti.

La processione con la statua del "grande Ispiratore" ritorna da dove era partita. San Giuseppe Moscati ed il suo camice. Anche Angelo indossa un camice bianco sopra la giacca. E' un camice rassicurante. Che vuole trasmettere tanti messaggi: noi siamo qui per voi, cari poveri, sempre più numerosi, sempre più soffrenti. Un giorno Angelo Guarriello mi ha detto che il lavoro di medico deve ispirarsi unicamente a quel sostantivo che anche San Pio ha utilizzato per "battezzare" il suo grande ospedale a san Giovanni Rotondo: sollievo (della sofferenza).

La benedizione del perimetro sul quale sorgerà il poliambulatorio chiude questa serie di simboli laici e religiosi di carità. Tutto è quasi pronto per l'avvio dei lavori. Mancano solo gli ultimi passaggi burocratici, sempre i più fastidiosi in queste occasioni, perché per questo genere di opere, per lo spirito che muove gli ideatori, ci dovrebbero essere corsie preferenziali nei tempi e nei passaggi. Don Mimmo Gramegna è diretto: «Manca ancora qualche carta». E poi aggiungiamo noi: tutte le persone di buona volontà sono chiamate a sostenere, sia donando farmaci, sia contributi finanziari, la grande opera della solidarietà concreta. Al resto, è il caso di dirlo, ci penserà lo Spirito Santo.