Processo Standard & Poor's, ascoltato in Tribunale Renato Panichi

Al centro dell'udienza una mail del 2012 in cui contestava il declassamento dell'Italia

giovedì 29 settembre 2016 18.13
Si tornerà in aula l'1 e 2 dicembre, per arrivare il 15 alla requisitoria. Ma oggi, intanto, è stata una giornata importante per il processo Standard & Poor's, che vede alla sbarra davanti al Tribunale di Trani cinque tra ex manager e analisti dell'agenzia di rating americana, accusati di manipolazione aggravata e continuata del mercato. Sul banco dei testimoni oggi, Renato Panichi, senior director corporate ratings team per l'Emea e all'epoca dei fatti responsabile del 'bank team' per l'Italia. Sebbene il teste sia stato citato dalle difese, era fondamentale per chiarire le tesi dell'accusa sostenuta dal pm Michele Ruggiero.

Secondo la Procura di Trani, nel periodo tra maggio 2011 e gennaio 2012, i cinque imputati (l'ex presidente Deven Sharma e gli analisti Yann Le Pallec, Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer) avrebbero posto in essere "una serie di artifici" tanto nell'elaborazione, quanto nella "diffusione" dei rating sul debito sovrano italiano "concretamente idonei a provocare" la destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizi dell'Italia sui mercati finanziari; una sensibile alterazione del valore dei titoli di Stato italiani e un indebolimento dell'euro.

Sotto accusa è in particolare il doppio declassamento del debito sovrano dell'Italia operato da S&P il 13 gennaio 2012. Questo avvenne nonostante Panichi, avesse segnalato, in un'email diretta (nella mattinata del 13 gennaio 2012) agli analisti Zhang e Kraemer, che il giudizio da loro espresso sul sistema bancario italiano (e alla base del doppio taglio di rating del debito sovrano da essi elaborato) fosse errato, addirittura "esattamente contrario" alla situazione reale, e li avesse per questo invitati perentoriamente a rimuovere quell'informazione dal comunicato. La rimozione avvenne solo parzialmente e sul solo testo in lingua inglese, non invece su quello trasmesso - come per legge - all'Italia, né su quello in lingua italiana e diffuso in Italia, provocando, secondo la Procura, ulteriore confusione e distorsione delle informazioni rese al'Italiana, ai mercati, agli analisti ed agli investitori. Ora bisognerà capire se Panichi confermerà tutto questo.

Renato Panichi nella sua deposizione, durata oltre tre ore, oggi ha confermato il contenuto della mail del 13 luglio 2012, ma ha precisato che si riferiva alla parte di sua competenza cioè quella bancaria. In pratica l'ex responsabile del 'bank team' per l'Italia di S&P ha riferito che le banche italiane non erano troppo esposte con l'estero, ma quel suo giudizio si inseriva in una valutazione più complessiva sul debito estero.

Rispondendo alle domande, Panichi ha anche chiarito di non aver partecipato al comitato di rating che decretò il doppio declassamento del debito sovrano dell'Italia del 13 gennaio 2012, perché non avrebbe potuto farlo in quanto possessore di titoli di Stato italiani. Ha partecipato, però, in precedenza, alla valutazione del debito estero delle banche. E a rating avvenuto fornì la sua opinione sul comunicato relativo all'azione di rating contestata.

Dopo Panichi sul banco dei testimoni è salita Marie Cavanaugh, ex managing director del rating sovrano di S&P. Rispondendo alle domande dei difensori, Cavanaugh ha spiegato che l'ex presidente dell'agenzia, Deven Sharma, non ha mai partecipato al comitato di rating perché può farlo solo il personale analitico.
Ha inoltre detto di non ricordare - questa volta in risposta alle domande dell'accusa - quando ha saputo della discussione tra Renato Panichi e l'analista Eileen Zhang in merito al comunicato sul rating del 13 gennaio 2012, cioè prima o dopo l'uscita del comunicato. Ha anche affermato di aver saputo che altri erano venuti a conoscenza della discussione tra i due in merito al comunicato su quel rating.

Marie Cavanaugh ha anche riferito che gli analisti esclusi dal comitato di rating, per conflitto di interessi, possono però fornire un parere sul comunicato relativamente a propria area di competenza, come nel caso di Panichi.