«Pronto a candidarmi per le primarie del centrosinistra»

Intervista esclusiva a Fabrizio Ferrante, del PD. Per il consigliere il ciclo del centrodestra è chiuso

sabato 8 gennaio 2011 17.04
A cura di Biagio Fanelli
«La politica vive di fasi e cicli, quello del centrodestra è ormai concluso. I tempi sono maturi per proporre una nuova esperienza di governo locale che veda tutto il centrosinistra unito. Ed auspico il ricorso alle primarie. In tal caso sono pronto a dare la mia disponibilità».

Fabrizio Ferrante è deciso. Il capogruppo del Pd, ospite della redazione di Traniweb, parla a tutto campo del domani amministrativo della città di Trani e non nasconde l'ipotesi di correre per la candidatura a sindaco: «In caso di primarie avanzerò formalmente al partito la richiesta di poter scendere in campo. Non è vero che sono una panacea solo per una parte della sinistra e credo che lo si possa dimostrare. Il centrosinistra ha fatto ammenda degli errori commessi:il patto fondativo che abbiamo sottoscritto è la dimostrazione che c'è la volontà di affrontare un percorso comune, partendo dai programmi. Ci sono tutte le condizioni per non ripetere lo sbaglio commesso nel 2003 e nel 2007, quando andammo divisi alle elezioni. L'elettorato infatti puni'la frammentazione. Non so se in coalizione ci sarà anche l'Udc: finora il partito di Casini ha mantenuto un atteggiamento intermedio tra i due poli. Se davvero c'è il desiderio di voltare pagina a Trani, l'unico modo è di far quadrato, non inseguendo il centrodestra sul suo terreno, ma smussando le varie sensibilità e proponendo un modello programmatico che veda realmente coinvolte non solo tutte le forze politiche della coalizione ma anche le forze attive del territorio. Non nascondo le mie forti simpatie politiche per il sindaco di Firenze Matteo Renzi e credo che il rinnovamento debba essere un rinnovamento vero».

Dopo 7 anni di centrodestra, per Ferrante è fisologico il cambiamento. «Nel centrodestra ormai è in atto una lotta fratricida fra i vari gruppi di potere del partito di maggioranza relativa per la successione di Tarantini. Queste tensioni si ripercuotono inevitabilmente sull'attività amministrativa, praticamente paralizzata. Si continua ad anteporre la politica delle poltrone agli interessi della collettività e la città ne paga le conseguenze. Noi vogliamo proporre un modello nuovo, una politica realmente partecipata e non basata sugli interessi di pochi o sulla semplice divisione di incarichi ad amici e parenti per tornaconti elettorali».

Ferrante ha le idee chiare. «Occorre dare una grossa sterzata su più versanti, a cominciare da una maggiore attenzione del pubblico verso l'artigianato e le piccole e medie imprese, risucchiate nel tunnel della crisi. Bisogna ricostruire un rapporto sano con l'imprenditoria locale: la città ha bisogno di investitori coraggiosi, pronti a rischiare per far si che il tessuto economico non si inaridisca ulteriormente. La politica ha un ruolo chiave e deve essere in grado di supportare l'azione di chi investe, senza fare distinzioni. Il centrodestra non ha operato bene, a mio avviso, perché ha concentrato tutte le sue attenzioni solo sull'edilizia. Oggi gli scenari sono inquietanti. Le recenti sentenze del Tar hanno dimostrato la legittimità delle tante perplessità manifestate sul piano urbanistico. Il Tar dice che il Comune ha sbagliato nell'anticipare la fase esecutiva nella fase della progettazione del piano urbanistico generale e che i comparti andavano indicati soltanto in fase di approvazione dei piani esecutivi e non prima. Adesso, dopo le sentenze del Tar, non si può far finta di nulla. Personalmente ritengo che bisogna tornare in Consiglio per prendere atto delle statuizioni del giudice amministrativo. Mi auguro che da parte della maggioranza ci sia un'assunzione di responsabilità anche se, viste le ultime liti in Consiglio sui pue, dubito che riescano a trovare una via d'uscita».

Ferrante infine sogna un rilancio in grande stile delle ex municipalizzate: «Purtroppo le società vengono gestite puntando poco sulla qualità dei servizi e molto sulla scelta degli uomini di partito. Più volte ho denunciato la totale mancanza di trasparanza. Non è possibile dover attendere il passaggio in Consiglio del bilancio per sapere le condizioni in cui versano Amet ed Amiu. Spesso ci siamo trasformati in investigatori privati per fermare strategie poco chiare e dannose per le aziende stesse. Rimpiango il tempo in cui c'era l' abitudine di riconoscere all'opposizione, ai fini di un vero controllo, una rappresentanza nei Consigli d'amministrazione, un'idea che non escluderei per il futuro: sarebbe davvero un bel segnale di cambiamento».
Intervista a Fabrizio Ferrante, del PD Sergio Tatulli
Intervista a Fabrizio Ferrante, del PD Sergio Tatulli
Intervista a Fabrizio Ferrante, del PD Sergio Tatulli
Intervista a Fabrizio Ferrante, del PD Sergio Tatulli