Quartiere Stadio, Procacci denuncia lo strano caso del terreno di via Pertini

Il portavoce di Trani#aCapo: «Il Comune sta andando incontro ad una batosta giudiziaria»

sabato 14 gennaio 2017
«Lo scorso primo novembre veniva pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno un articolo dal titolo "In via Sandro Pertini presto nuove case", nel quale si parlava di un nuovo piano urbanistico esecutivo pronto a spiccare il volo a seguito della decisione presa dal dirigente dell'Area lavori pubblici, Giovanni Didonna, di non assoggettare il progetto alla Valutazione ambientale strategica». «Via Pertini: ricordavamo di una segnalazione che ci era stata fatta da un cittadino in via Pertini. Ah, ecco: il signor Vito Bucci. E' una storia che va avanti da quasi 25 anni». A parlare Antonio Procacci, portavoce del Movimento Trani a Capo.

«Il Comune di Trani, nel '93, gli ha tolto un suolo (la particella 644), a suo dire ingiustamente, e da allora - prosegue Procacci - va avanti una battaglia giudiziaria che sta arrivando agli sgoccioli. Bucci probabilmente vincerà questa causa, perché anche al Comune sanno che ha ragione (lo vedremo tra poco), e i cittadini di Trani, per colpa di chi non vuole chiudere il discorso con una transazione (oltre che naturalmente di chi ha dato origine, 25 anni, a questa situazione), dovranno sborsare un bel po' di soldi per risarcire una persona nei confronti della quale è stata probabilmente commessa un'ingiustizia».

«Ma tornando al provvedimento dell'ingegner Di Donna. Sapendo che gli unici suoli edificabili - spiega ancora l'ex candidato sindaco - in via Pertini sono quelli che si trovano proprio vicino all'area oggetto di contenzioso tra Bucci e il Comune di Trani, abbiamo deciso di approfondire la questione e abbiamo dunque recuperato la determinazione dirigenziale, precisamente la n. 455 del 27 ottobre 2016, e con grande meraviglia abbiamo letto, nell'oggetto, che tra i terreni sottoposti a verifica di assoggettabilità alla Vas c'era anche la particella 644. Leggendo poi il testo della determinazione la meraviglia è cresciuta, perché è scritto a chiare lettere che la particella 644 è di proprietà del signor Bucci e che la particella 644 viene inclusa nel Pue. Ma come? Bucci non era in causa con il Comune per riavere il suolo? Siamo dunque risaliti al provvedimento che ha dato inizio alla procedura di verifica di assoggettabilità alla Vas, l'avviso n. 1665, pubblicato all'albo pretorio il 31 maggio 2016, dove - ancora una volta con grande meraviglia - leggiamo che tra i firmatari della richiesta c'era anche il signor Bucci. Decidiamo dunque di rintracciare Bucci e di chiedergli perché ci avesse segnalato un caso che di fatto non esiste, per almeno due ragioni: la prima è che per il Comune di Trani, stando agli atti firmati da Di Donna, il suolo della particella 644 è il suo, fuori da ogni dubbio; la seconda è che, sempre dagli atti firmati da Di Donna, risulta che lui, Bucci, sta partecipando al Pue di via Pertini. A questo punto la meraviglia si è trasformata in sconcerto: Bucci infatti ci dice di non aver mai firmato una richiesta di verifica di assoggettabilità alla Vas e che lui in quel Pue non c'entra nulla. Se quello che dice Bucci è vero, delle due l'una: o l'ingegner Di Donna ha scritto il falso in un atto pubblico (ma conosciamo l'ingegner Di Donna e sappiamo essere un professionista serio e scrupoloso) o è falsa la firma sulla richiesta. Questo naturalmente lo stiamo notificando al Comune e all'ingegner Di Donna, affinché facciano quello che devono fare. Altro, per il momento, non aggiungiamo».

«Tornando invece a Bucci - prosegue Procacci - è evidente, anche alla luce degli atti pubblici che, senza ombra di dubbio, lo individuano come il proprietario di quell'area, che il Comune di Trani sta andando incontro ad una batosta giudiziaria, con danni significativi a carico delle casse comunali e, quindi, dei cittadini di Trani. Il sindaco Bottaro non fa altro che avallare transazioni proprio per evitare l'alea del giudizio, anche quando il giudizio è inesistente, vedi il caso delle Lampare al Fortino, dove si vuole firmare una transazione per timore di un possibile ricorso ad una sentenza in favore del Comune passata in giudicato. Perché con Bucci, invece, non si chiude prima del giudizio? Eppure le carte parlano chiaro. Eppure Bottaro conosce bene questo caso, essendosene occupato anche da assessore al contenzioso all'epoca della giunta Avantario. Sarà per questo?»

Conclude: «Vorremmo una risposta chiara e celere, prima possibilmente del giudizio. E speriamo di non dover ripetere, ancora una volta, che Bottaro fa il forte con i deboli e il debole con i forti».