Un'idea per salvare la Biblioteca: la "privatizzazione"

Loconte, candidato al consiglio comunale, spiega come

venerdì 17 aprile 2015 10.00
A cura di Martina Tortosa
Antonio Loconte
«La recente pronuncia della Corte dei Conti sulla situazione finanziaria del Comune di Trani ha avuto conseguenze disastrose su alcuni servizi ritenuti "non essenziali"». Inizia così la nota che porta la firma di Antonio Loconte, candidato al consiglio comunale. «Tra i servizi "non prioritari" e, quindi, ridotti all'osso - scrive Loconte - ci sarebbe quello della Biblioteca Comunale gestita sino a ieri con affidamento diretto a una cooperativa i cui termini di proroga sono ad oggi scaduti. La Biblioteca Comunale G. Bovio, oltre a rappresentare il fiore all'occhiello della cultura della nostra città, è un luogo di aggregazione giovanile dove i ragazzi si recano per le loro ricerche e si ritrovano per studiare.
In questo momento storico l'unica soluzione prospettabile per salvaguardare tutti quei servizi "in pericolo" è la privatizzazione.

Per questo ritengo - continua Loconte - che la Biblioteca debba essere data in gestione gratuitamente a privati (azienda o associazione) che dopo un certo periodo si impegnano a versare una royalty al Comune: tale gestione, naturalmente, deve avvenire nel rispetto degli indirizzi dell'Ente Pubblico in modo da non minare il regolare ed indispensabile funzionamento della Biblioteca e costituire un notevole risparmio economico per l'Ente locale.

Potrebbe essere un'idea - conclude - che tale procedura possa applicarsi a tutti i beni pubblici sorvolando sulle modalità di attribuzione e di gestione che, ripeto, spetterebbero rispettivamente al Comune e al privato gestore. Una scelta in questo senso consentirebbe di dare continuità al regolare funzionamento della Biblioteca senza alcun costo da parte del Comune». Condivisibili o meno, le idee di Antonio Loconte sono di fatto le prime e uniche giunte per salvaguardare quel bene che in tanti si stanno spendendo per tutelare. A differenza di molti altri tra candidati sindaci e consiglieri, che di questa "battaglia" ne hanno fatto esclusivamente uno slogan politico e si son fatti trovare pronti a cavalcare l'onda della protesta degli utenti, senza di fatto mai proporre una soluzione.