Villa Guastamacchia, arriva l’atteso «Indietro tutta»

Revocata la delibera della precedente giunta con cui si voleva svendere il suolo. «Non si ritengono condivisibili le motivazioni poste a fondamento di quel provvedimento»

giovedì 21 marzo 2013 19.52
Il comitato di quartiere Stadio, le associazioni ambientaliste, (da lassù) il nostro Dr. Hauze e tantissimi altri cittadini residenti nella zona, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Con un atto di buon senso, l'attuale giunta, su proposta dell'assessore Giuseppe De Simone condivisa dal sindaco Gigi Riserbato, ha revocato la delibera con cui la precedente giunta comunale approvò lo schema di transazione della controversia, attualmente pendente, tra il Comune di Trani e Giovanni Luigi Guastamacchia.

Come si ricorderà, quel passaggio in giunta fu uno dei più criticati e controversi. Furono necessari due pareri pro veritate ed un'ulteriore integrazione chiesta al consulente Franco Gagliardi La Gala, per approvare – fra mille polemiche e con mezzo esecutivo in rivolta – l'atto di indirizzo con annesso schema con cui si demandava al Consiglio comunale l'eventuale approvazione definitiva. Era il 15 marzo del 2012.

Esattamente un anno dopo, arriva il dietrofront con una posizione netta: «Non si ritengono condivisibili le motivazioni poste a fondamento di quella delibera, sia per l'eseguità della somma che si andrebbe ad incassare in caso di transazione e sia perché i vantaggi che deriverebbero al Comune dal definitivo aggiudicamento del suolo renderebbero giustificabile il rischio».

Secondo i precedenti amministratori, invece, la strada più agevole da percorrere doveva essere quella di convincere gli eredi di Luigi Guastamacchia a non ricorrere in Cassazione, cedendo a questi ultimi il terreno situato in contrada Monte d'Alba a fronte di un versamento economico in favore del Comune di Trani.

Condannato in primo grado al rilascio dell'immobile nel 2003, il Comune aveva avuto ragione in secondo grado (nel 2007). La Corte d'appello (con sentenza numero 450/07) di fatto, aveva riformato in toto la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Trani in favore dell'erede di Guastamacchia. A seguito della decisione del nipote di impugnare la sentenza davanti alla corte di Cassazione, l'amministrazione Tarantini, anziché attendere la decisione della suprema corte aveva deciso di risolvere in modo diverso la controversia. Il che aveva scatenato enormi polemiche.