46 anni fa moriva il tranese Claudio Giordano nella tragedia del Monte Serra

Una storia tragica che non tutti i cittadini conoscono

venerdì 3 marzo 2023 9.16
ll 3 marzo del 1977 era un tranquillo giovedì italiano. A sera, subito dopo cena, nel bianco&nero della seguitissima trasmissione di Mike Buongiorno "Scommettiamo?", le immagini del quiz furono interrotte da una edizione straordinaria del telegiornale, con un giovane Emilio Fede visibilmente smarrito: "Un Hercules C 130 dell'Aereonautica Militare, con a bordo 44 cadetti allievi dell'Accademia Navale di Livorno, si è schiantato contro le pendici del Monte Serra nei pressi di Pisa. Non ci sono superstiti".

Una tragedia italiana che colpì profondamente anche la nostra città: su quell'aereo c'era il Guardiamarina Claudio Giordano, che non ancora 19 enne e fresco di maturità scientifica era partito da Trani verso il sogno della sua vita.

Oggi ricorre il 46esimo anniversario della sciagura, e Claudio non è stato dimenticato: fra gli altri, l'amico Emanuele Tomasicchio lo ricorda come "quel ragazzone di nobili ideali e di straordinarie qualità umane".

Da tempo il Comune di Trani gli ha reso onore intitolandogli una strada. E noi Claudio, compagno di scuola, di sport (era una promessa del basket), di gioventù, lo vogliamo ricordare così, con un abbraccio alla sorella Mila: molti lettori, soprattutto delle nuove generazioni, non conoscono questo dramma umano e cittadino, non possono sapere del giovane Claudio e dei suoi ideali, volato via insieme al suo sogno, ma ancora vivo nel ricordo 46 anni dopo.

Alla fine del 1977, a distanza di pochi mesi dal tragico incidente, fu presa la decisione di erigere il monumento sul luogo della tragedia: il Monumento ai caduti del "Vega 10", inaugurato nel 1979 è un simbolo eretto per ricordare alle generazioni presenti e future che esistono ideali in cui i giovani eletti credono ed ai quali sono pronti a dedicare ogni energia fino al sacrificio della vita. due grandi ali in cemento armato che, strisciando sul terreno, oltrepassano il crinale della montagna.

All'interno di queste due ali simboliche viene racchiusa una piccola cappella sormontata da un faro. Una pensilina sostenuta da due grandi ancore precede la porta che introduce alla cappella con alla parete destra 4 lapidi marmoree con i quarantaquattro nomi e il grado sormontate da una scritta in bronzo: "UNA SORS CONIUNXIT".