«All'Italia serve normalità. Non c’è crescita senza lavoro»

Intervista a Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil. «Bisogna ripartire dalla patrimoniale»

sabato 12 novembre 2011 11.00
«All'Italia, oggi, serve solo che Berlusconi vada via e tanta normalità». Lo ha detto Susanna Camusso. Il segretario nazionale della Cgil, in visita nella Provincia di Barletta Andria Trani, affronta i temi caldi della politica nazionale.

«Bisogna ripartire dalla patrimoniale, dall'attenzione al lavoro. Non c'è crescita se non c'è lavoro, non c'è prospettiva del lavoro per i giovani se non si torna alla normalità. Bisogna che ci siano solo quattro o cinque forme contrattuali, non di più, e bisogna sancire che, chi fa lavoro precario, debba percepire di più e non di meno rispetto a chi fa un lavoro ordinario».

«Le cose che sono successe in questi anni - dice la Cammusso - sono tutte figlie di precise politiche. Oltre ad aver lavorato per la divisione sindacale, l'idea che ha caratterizzato questo governo era quella secondo cui bisognava dire che la crisi non c'era, che per galleggiare si potevano scaricare costi e condizioni sui lavoratori. Tutto questo ha portato ad una sequenza di provvedimenti che sono stati messaggi molto precisi della volontà di destrutturare il lavoro. Si è resa labile la relazione tra diritto di cittadinanza e doveri fiscali, è stata sollecitata sistematicamente l'idea che si può evadere, fare condoni, considerare il sommerso una cosa necessaria, che si può squilibrare il peso fiscale caricandolo molto su lavoratori, pensionati ed imprese e molto meno sui grandi patrimoni e sulle rendite, sancendo che si può lavorare in qualsiasi condizione e con qualsiasi modalità perché, tanto, la cosa importante è quella di acquisire un seppur minimo reddito».