Auditorium gremito e applausi a scena aperta: il dialetto di zia Ratina conquista tutti
Il Gruppo San Magno e la regia di Michele Melillo, il vernacolo non è solo folklore
martedì 23 dicembre 2025
06.32
A Trani il teatro torna a parlare la lingua di casa, quella che fa sorridere, riconoscere e sentire parte di una storia comune. All'Auditorium Mons. Pichierri, il Gruppo Teatrale San Magno ha riportato in scena il vernacolo tranese con la commedia in due atti "U testament' di zia Ratina", regalando al pubblico una serata di partecipazione autentica e risate condivise. La sala gremita e l'atmosfera calorosa hanno fatto da cornice a uno spettacolo che affonda le radici nella tradizione popolare, ma riesce a parlare a tutti. Al centro della vicenda c'è Addolorata, conosciuta da tutti come zia Ratina: attorno alla sua morte si intrecciano interessi, aspettative e rivalità familiari, dando vita a una storia ricca di equivoci e situazioni paradossali. Il tema dell'eredità diventa così il pretesto per esplorare dinamiche umane universali, mantenendo fino all'ultimo un piacevole mistero sull'esito finale.
Elemento portante della rappresentazione è il dialetto tranese, utilizzato non come semplice richiamo folcloristico ma come vero motore narrativo. È attraverso la lingua che i personaggi prendono forma, che le relazioni si accendono e che il pubblico si sente coinvolto, riconoscendo frammenti di vita quotidiana e memoria collettiva. Sul palco un cast numeroso e ben assortito ha dato prova di grande affiatamento, sostenuto da una regia attenta e dinamica. Michele Melillo ha guidato gli attori valorizzando tempi comici e caratteri, mentre la direzione di scena ha garantito ritmo e continuità, accompagnando lo spettatore senza mai perdere intensità.
Applausi spontanei e risate frequenti hanno confermato il legame profondo tra la compagnia e il pubblico, segno di un teatro che non si limita a intrattenere, ma costruisce comunità. È questa, da sempre, la cifra del Gruppo Teatrale San Magno: custodire la tradizione vernacolare e allo stesso tempo renderla viva, accessibile, condivisa. "U testament' di zia Ratina" si è rivelato così molto più di una commedia brillante: una celebrazione del teatro popolare tranese, capace di unire leggerezza e riflessione, sorriso e identità.
Elemento portante della rappresentazione è il dialetto tranese, utilizzato non come semplice richiamo folcloristico ma come vero motore narrativo. È attraverso la lingua che i personaggi prendono forma, che le relazioni si accendono e che il pubblico si sente coinvolto, riconoscendo frammenti di vita quotidiana e memoria collettiva. Sul palco un cast numeroso e ben assortito ha dato prova di grande affiatamento, sostenuto da una regia attenta e dinamica. Michele Melillo ha guidato gli attori valorizzando tempi comici e caratteri, mentre la direzione di scena ha garantito ritmo e continuità, accompagnando lo spettatore senza mai perdere intensità.
Applausi spontanei e risate frequenti hanno confermato il legame profondo tra la compagnia e il pubblico, segno di un teatro che non si limita a intrattenere, ma costruisce comunità. È questa, da sempre, la cifra del Gruppo Teatrale San Magno: custodire la tradizione vernacolare e allo stesso tempo renderla viva, accessibile, condivisa. "U testament' di zia Ratina" si è rivelato così molto più di una commedia brillante: una celebrazione del teatro popolare tranese, capace di unire leggerezza e riflessione, sorriso e identità.