Auguri (non) a tutti i lavoratori

Quella di oggi è una festa meritata da tutti?

venerdì 1 maggio 2020 6.42
A cura di Giovanni Ronco
Quest'anno non voglio fare gli auguri a tutti i lavoratori. Mi viene voglia di escludere alcuni dal tradizionale "buon primo maggio". Piu' d'una categoria non e' degna di festeggiarlo: penso a tutti quei barbieri o parrucchieri che in queste settimane sono andati a lavorare a domicilio, calpestando le regole ed i colleghi che sono rimasti fermi, rispettando se stessi e non mettendo in pericolo i clienti, indirettamente. Penso a quei titolari di panifici che hanno ugualmente prodotto prodotti di pasticceria, "frecando", almeno nella prima parte dell'emergenza, pasticceri e baristi che avevano fermato le proprie attivita'.

Penso a me stesso, che come docente mi sono sentito "dimezzato", come il visconte di calviniana memoria, poiche' con la didattica a distanza non riesco ad esprimermi in pieno, non riesco a fare la differenza, ad avere una marcia in piu', come quando sono in classe. Penso ad alcuni politici di professione che, tranne alcuni davvero impegnati in prima linea, continuano a farsi campagna elettorale e/o a percepire il compenso adagiati sul "rassicurante" letto dell'improvviso virus. Penso a quei medici (pochi, ne ho letto sui quotidiani), che ad un certo punto si sono messi malattia e chi s'e' visto s'e' visto.

Non so voi, ma questa festa del lavoro non la vedo "meritata" da tutti.