BAT: serve un referendum per la sesta provincia?

Una lettera dell'associazione "Libertà è partecipazione"

martedì 11 settembre 2007
«Quanto sta accadendo attorno alle vicende legate alla sesta provincia pugliese non è nulla di inaspettato ma già ampiamente prevedibile. Le diatribe tra alcune delle realtà che intendono dar vita alla nuova istituzione risalgono a tanto tempo fa e, col passare degli anni, nessun elemento per superare le divisioni è mai stato sufficientemente valido.
La verità è che, mentre la città di Corato ha fatto una scelta netta e decisa, dando la parola ai cittadini, con la costituzione di Comitati pro e contro, che hanno anche avuto la possibilità di approfondire talune questioni ancora a noi sconosciute, come, ad esempio, su chi ricadranno gli elevati costi per il nuovo ente o quali saranno le nuove opportunità, in altre città, come quella di Andria, nulla è stato fatto in tal senso.
La questione è stata trattata unicamente nelle stanze chiuse della politica ed ora, solo ora, alla luce delle perplessità circa la dislocazione degli uffici, Prefettura in particolare, si avanzano ipotesi di "uscita dal nuovo Ente, o di Referendum Popolare".

Crediamo che l'ultima ipotesi, quella del referendum, sia la più consona e anche la più democratica, fermo restando che, dopo la sconfitta della Politica rispetto alla mancata istituzione del Difensore Civico, questa sarebbe una ulteriore defaiance che porterebbe ad ulteriori riflessioni, che non siamo qui a fare. Allora che si mobilitino i cittadini e le Associazioni per comprendere le ragioni di un'appartenenza che ancora non è sentita "propria" e se aderire al nuovo Ente deve significare solo costi aggiuntivi, vantaggi per pochi e ulteriori privilegi per pochissimi, allora si decida subito, ma lo facciano i cittadini, consapevolmente».

Leonardo Bianchino
Associazione "Libertà è partecipazione"