Calunnia e diffamazione contro l'ex sindaco Riserbato: una condanna ed un'assoluzione

Dal Tribunale 1 anno e 4 mesi di reclusione per Giuseppe Lorusso. Assolto Michele Giuliano

martedì 10 luglio 2018
Si conclude con una condanna ed un'assoluzione il processo originato dalla denuncia dell'ex sindaco Gigi Riserbato per una nota del sindacato "Csa-Fiadel", diffusa il 26 aprile 2013. Il tribunale di Trani ha condannato ad 1 anno e 4 mesi di reclusione, col beneficio della sospensione della pena, il dipendente del Comune di Trani Giuseppe Lorusso, addetto al centro elaborazione dati nonché sindacalista, per l'accusa di calunnia ed ha assolto Michele Giuliano, segretario territoriale della sigla Csa, "perché il fatto non costituisce reato".

La sentenza di primo grado, a firma del giudice monocratico Andrea D'Angeli, riconosce il diritto di Riserbato, costituitosi parte civile con l'avvocato Rinaldo Alvisi, al risarcimento del danno da liquidarsi ad opera del giudice civile. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna di entrambi gli imputati ad una pena pecuniaria per il reato di diffamazione. L'avvocato Claudio Papagno, legale di Lorusso, aveva chiesto l'assoluzione "perchè il fatto non sussiste" ed in subordine per l'esimente del diritto di critica.

L'avvocato Antonio Florio, difensore di Giuliano, l'assoluzione con la formula "perché il fatto non sussiste". I due imputati erano stati rinviati a giudizio nel 2014 per l'accusa di concorso in calunnia e diffamazione ai danni di Riserbato. La contestazione risaliva al 26 aprile 2013 quando fu divulgata una nota "Csa-Fiadel", inviata a più soggetti istituzionali, sul sistema informativo del Comune. Si raccontava di 2 dipendenti della Provincia Barletta-Andria-Trani che si sarebbero recati da Lorusso in per conto di Riserbato e del dirigente informatico della provincia per avere accesso alla sala centro elaborazione dati (Ced) del Comune.

L'accesso fu negato perché i 2 avrebbero dovuto esibire i rispettivi documenti di riconoscimento. A fronte di questa richiesta i dipendenti provinciali andarono via e andarono a parlare col sindaco. Secondo la nota "tale intervento doveva risultare anonimo, ovvero privo di qualsivoglia atto formale di legittimazione". Inoltre, si sarebbe trattato di un "presunto sperpero di denaro dei cittadini tranesi e/o della Provincia Bat al fine di soddisfare esigenze assolutamente inesistenti".

Per la Procura nel documento-denuncia gli imputati avrebbero affermato circostanze non rispondenti al vero, offendendo così offendendo la reputazione del sindaco Riserbato che incolpavano di abuso di ufficio.