Cani in villa, contestati i "limiti" imposti dal sindaco
Il professor Pepe critica formalmente l'obbligo dei controlli per consentire l'accesso
domenica 18 dicembre 2016
11.41
«Eccesso di potere, illogicità manifesta, difetto di istruttoria, travisamento dei fatti e violazione del principio di proporzionalità». Sarebbero i vizi che connoterebbero l'ordinanza con cui dallo scorso 3 Novembre il sindaco, Amedeo Bottaro, consente l'accesso ai viali della in villa ai cani ed ai loro proprietari solo se all'ingresso vi sia un agente di polizia municipale o «comunque personale munito di poteri sanzionatori, specificamente preposto al controllo». Che di fatto non c'è; e senza che il provvedimento del primo cittadino indichi i tempi per sottoscrivere convenzioni sul controllo della villa, finalizzato al rispetto del regolamento di polizia veterinaria.
A sostenere i vizi dell'ordinanza è il professor Nicola Pepe che ha chiesto formalmente al primo cittadino di annullare il suo atto in via di autotutela, riservandosi, diversamente, di impugnarlo davanti al Tar di Bari. «L'ordinanza – si legge nell'istanza - pone stringenti limitazioni alla possibilità di introdurre nei viali della villa comunale i cani, ancorché debitamente accompagnati. Sotto la parvenza della prescrizione che l'accesso sia consentito solo se presente all'ingresso della villa la Polizia Locale o personale munito di poteri sanzionatori, in realtà si nasconde il divieto assoluto dell'ingresso dei cani. Alcuna delle disposizioni legislative e regolamenti richiamati nell'ordinanza vieta che i cani coi loro padroni accedano ai luoghi pubblici, né tantomeno prescrive che l'ingresso possa essere consentito solo alla presenza della Polizia locale».
Ad agosto il professor Pepe ed altre decine di proprietari di cani, richiamando una delibera di giunta del 28 Giugno 2000, avevano promosso una petizione al Comune «tesa ad adeguare le regole di comportamento dell'accesso dei cani all'interno della villa comunale». Quell'ordinanza, fino ad allora mai superata, prevedeva che i cani potessero accedere in villa «se condotti al guinzaglio, con museruola e forniti di paletta raccogli escrementi».
Ma sull'ingresso della villa campeggiava un divieto assoluto che a fine estate, in virtù di quella delibera di giunta, fu rimosso su indicazione del dirigente Giovanni Di Donna, proprio perché non ci poteva esser divieto d'accesso se i proprietari dei cani avessero rispettato quelle prescrizioni. Che non prevedevano anche la presenza di un vigile all'ingresso per poter sanzionare eventuali contravventori. Poi l'ordinanza di Bottaro che oltre alle solite prescrizioni ha previsto l'accesso dei cani solo se in villa ci sia un vigilante. Allo stato, improbabile, se non impossibile.
A sostenere i vizi dell'ordinanza è il professor Nicola Pepe che ha chiesto formalmente al primo cittadino di annullare il suo atto in via di autotutela, riservandosi, diversamente, di impugnarlo davanti al Tar di Bari. «L'ordinanza – si legge nell'istanza - pone stringenti limitazioni alla possibilità di introdurre nei viali della villa comunale i cani, ancorché debitamente accompagnati. Sotto la parvenza della prescrizione che l'accesso sia consentito solo se presente all'ingresso della villa la Polizia Locale o personale munito di poteri sanzionatori, in realtà si nasconde il divieto assoluto dell'ingresso dei cani. Alcuna delle disposizioni legislative e regolamenti richiamati nell'ordinanza vieta che i cani coi loro padroni accedano ai luoghi pubblici, né tantomeno prescrive che l'ingresso possa essere consentito solo alla presenza della Polizia locale».
Ad agosto il professor Pepe ed altre decine di proprietari di cani, richiamando una delibera di giunta del 28 Giugno 2000, avevano promosso una petizione al Comune «tesa ad adeguare le regole di comportamento dell'accesso dei cani all'interno della villa comunale». Quell'ordinanza, fino ad allora mai superata, prevedeva che i cani potessero accedere in villa «se condotti al guinzaglio, con museruola e forniti di paletta raccogli escrementi».
Ma sull'ingresso della villa campeggiava un divieto assoluto che a fine estate, in virtù di quella delibera di giunta, fu rimosso su indicazione del dirigente Giovanni Di Donna, proprio perché non ci poteva esser divieto d'accesso se i proprietari dei cani avessero rispettato quelle prescrizioni. Che non prevedevano anche la presenza di un vigile all'ingresso per poter sanzionare eventuali contravventori. Poi l'ordinanza di Bottaro che oltre alle solite prescrizioni ha previsto l'accesso dei cani solo se in villa ci sia un vigilante. Allo stato, improbabile, se non impossibile.