«Caro Riserbato, perché vorrebbe farci ammalare di cancro?»

Nunzio Di Lauro, delegato Aisa, scrive al sindaco di Trani

sabato 27 settembre 2014 7.11
«Caro sindaco di Trani, perché vorrebbe farci ammalare di cancro?». A distanza di 4 anni, il delegato provinciale dell'associazione nazionale sicurezza ambientale (Aisa), Nunzio Di Lauro, riporta alla luce una lettera scritta dal medico Dino Leonetti (Andria), in occasione del protocollo di intesa tra l'ex sindaco di Trani e il gruppo Matarrese per la costruzione di una cementeria in agro di Trani, al confine con quella di Andria.

«Nella lettera – precisa Di Lauro - l'oncologo Leonetti passava in rassegna dati che dimostrano, ancora oggi, gli effetti, altamente nocivi sulla salute, dell'incenerimento dei rifiuti in un termovalorizzatore. In particolare, il dottore evidenziava che le polveri ultrafini, emesse dai camini di un cementificio o inceneritore, sono molto inquinanti, non sono trattenute da nessun filtro, di norma non sono monitorate e si disperdono per molti chilometri. Signor sindaco Riserbato: perché a distanza di anni intende riesumare il progetto, bocciato da più parti, di realizzare un termovalorizzatore nel nostro territorio?».

In riferimento alle segnalazioni del dottor Leonetti, il delegato Aisa continua a rivolgersi al sindaco chiedendo: «Perché caro Riserbato vorrebbe farci ammalare di cancro? A Lei interessa la salute dei cittadini che abitano nella periferia, sia di Trani che di Andria? A me risulta che sia dovere del sindaco tutelare la salute pubblica, anche a discapito degli interessi economici. E ha pensato anche a chi pagherà i costi esterni per la perdita di produttività dei terreni agricoli, posizionati vicini all'impianto?».

«Le emergenze ambientali – conclude Di Lauro - non possono essere risolte realizzando un termovalorizzatore. In poco tempo farebbe aumentare l'emergenza sia ambientale che sanitaria, a discapito di tutti noi cittadini. È necessario intraprendere una politica ambientale sana orientata verso una gestione dei rifiuti "Zero Waste"».