Cava dei veleni, il M5S: «Abbassiamo la guardia o investiamo sulla salute?»

I consiglieri Papagni e Di Lernia temono che la questione cada nel dimenticatoio

mercoledì 15 luglio 2015 7.23
A cura di Vincenzo Membola
L'attenzione sulla "cava dei veleni" è ancora molto alta, soprattutto dopo le ultime dichiarazioni del sindaco Bottaro. Il Movimento 5 Stelle di Trani tramite i propri consiglieri comunali Antonella Papagni e Luisa Di Lernia ha ribadito in una lettera firmata anche dal deputato Giuseppe D'Ambrosio, rivolta ai vertici di Arpa Puglia, la necessità di accedere ai dati sulla cava. «Non si può abbassare la guardia sul tema - hanno commentato i consiglieri comunali del M5S Trani - siamo preoccupati per la salute dei cittadini. Ma ciò che ci allarma particolarmente è l'inerzia da parte di Arpa Puglia in merito. Il loro intervento è fondamentale e non più rinviabile».

Le consigliere fanno riferimento all'impegno di ricevere gli esiti dello studio sulle esalazioni in tempi brevi, ma i dati non sono ancora disponibili. «Gli incendi sono stati spenti, è vero, ma cosa ne sappiamo oggi più di allora? Il pericolo diossina svanisce con lo spegnimento dei fuochi: ma quali altri rischi si annidano nella cava incriminata?» aggiungono Papagni e Di Lernia (M5S). «Si parla di 25.000 metri cubi di rifiuti conferiti in tutta allegria in maniera folle. Un'infinità di immondizia che nel corso degli anni ha arricchito pochi, messo a tacere alcuni e aumentato i rischi per la salute di tutti. Si parla di almeno 37 altre cave dismesse, 37 altre possibili discariche».

Gli attivisti di Trani non vogliono far passare inosservato il tema. Oltre alla richiesta di informazioni ad Arpa, sul modello di quanto era avvenuto con la discarica di Trani, oltre al sollecito per la divulgazione degli esiti sulle immissioni in aria, gli attivisti pentastellati annunciano altre iniziative. Troppi rischi, per il M5S di Trani, soprattutto per una popolazione reduce dal dramma della discarica Amiu. La discarica, quella ufficiale, quella sottoposta a procedure di manutenzione e controllo, è stata sequestrata perché a quanto pare inquinava. Figuriamoci con una discarica abusiva.

«Non ci fermeremo - concludono le consigliere comunali M5S Antonella Papagni e Luisa Di Lernia - non finisce qui. Dobbiamo ancora fare luce su quanto è successo in passato. Cosa è stato conferito in tutti questi anni? È possibile conoscere la natura dei rifiuti? Si è parlato addirittura di carcasse di auto. E se ci fossero anche metalli pesanti? A giudicare dalla leggerezza con cui hanno riempito la cava, è tutt'altro che escluso. Il sindaco Bottaro ha tenuto per sé la delega all'ambiente: si faccia carico della questione, dall'analisi dei rifiuti tombati nella cava dei veleni al recupero di un rapporto più puntuale con Arpa. Trentasette cave dismesse sono un'enormità: non è il caso di aspettare altri incendi».