Cementeria, contraria anche Legambiente Trani

«Sulla Trani-Andria troppi impianti ad elevato impatto ambientale». La mappa

mercoledì 12 maggio 2010
Anche Legambiente Trani è contraria all'attivazione di una cementeria sul territorio di Trani. L'associazione ambientalista contesta il protocollo d'intesa firmato dal sindaco Tarantini e dall'imprenditore barese Vincenzo Matarrese:

«Come nella migliore tradizione del feudalesimo rileviamo che i cittadini di Trani dovranno subire le decisioni imposte dall'Amministrazione Comunale senza neanche conoscere la vera essenza dei particolari progettuali di una scelta impiantistica così impattante come quella del supposto cementificio. Le notizie scivolano leggiadre sugli organi d'informazione a protocollo d'intesa già firmato, ed ignoriamo cosa realmente si celi dietro un cementificio di cui, realmente, non si sentiva neanche la necessità realizzativa.

Quantunque si tratti di un cementificio ci duole ricordare che trattasi di un impianto industrialmente dall'elevato impatto ambientale che, così come avviene nella vicina Barletta, non viene visto di buon occhio dalla popolazione locale e che produce emissioni atmosferiche d'ogni natura comprendenti le micropolveri, ossidi di zolfo, ossidi di azoto, oltreché piombo e altri metalli pesanti connessi alla movimentazione ordinaria dei prodotti di lavorazione. Inorridiamo, oltre che per la mancata trasparenza amministrativa che ignora la dignità ambientale e socio-sanitaria dei cittadini tranesi, anche per la più grave sottovalutazione della problematica da parte degli amministratori che, evidentemente, non hanno fatto neanche una ricerca per rilevare l'enorme numero di comitati locali che in tutta Italia insorgono contro i cementifici già esistenti o in contrasto con la loro realizzazione. Non ci è dato neanche di conoscere la capacità produttiva dell'impianto, nonché la sua potenzialità energetica per ipotizzare il reale impatto sul territorio e sulla popolazione circostante. Tuttavia, ci indispone che qualcuno abbia avuto la presunzione di sottovalutare le emissioni in atmosfera già preventivamente ipotizzabili in fase progettuale, magari semplicemente perché abbagliato dalle affinità elettive degli impresari proponenti.

Ci rammarica che nel 2010 personalità amministrativamente e medicalmente competenti continuino ad ignorare la stretta correlazione tra contaminazioni ambientali ed incidenze di neoplasie. Ci rattrista che i saggi amministratori locali non abbiano ben chiaro cosa stia avvenendo sulla Provinciale Andria-Trani, nel raggio di pochi chilometri di distanza dall'abitato di Trani. Ebbene, giusto per rinvigorire la loro percezione memo-cognitiva varrebbe la pena ricordare che lungo la Strada Provinciale Andria-Trani si concentrano sin d'ora e si concentreranno sempre più, impianti produttivi e tecnologici ad elevato impatto ambientale che già se considerati singolarmente farebbero sobbalzare sulla sedia qualsiasi benpensante, ma che considerati complessivamente risultano avere un devastante potenziale ecoepidemiologico. A 2,7 Km di distanza da Trani potrebbe sorgere l'impattante impianto energetico a biomasse della Green Energy; a 5 Km già vi sono già gli impianti di incenerimento ossa-animali, la discarica comunale AMIU, la discarica Eco.erre unitamente a numerose cave e centrali di betonaggio. A 6 Km da Trani nascerà presto l'impianto a biomasse della "Energreen srl".



Appare evidente che nel 2010 c'è chi continua ad avere una visione ancestrale dell'ecologia ed a considerare qualsivoglia impianto avulso dal contesto ambientale in cui si inserisce, ignorando pertanto le interazioni esponenziali tra le singole emissioni in atmosfera, o nelle altre componenti ambientali (acqua-suolo-sottosuolo). Evidentemente per costoro, valendo tale concezione culturale, potrebbero convenientemente essere realizzate anche centrali nucleari e pozzi petroliferi a qualche metro di distanza l'uno dall'altro perché, singolarmente, ognuna di esse risulta accettabile. Nel ricordare che non è possibile che gli interessi economici di pochi soggetti possano avere effetti economici sull'intera collettività, concludiamo citando l'art. 41 della Costituzione Italiana che recita: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale e in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali».