«Chi davvero sta sprofondando è Trani»

Bilanci di fine anno, la risposta del PdCI al PdL

martedì 5 gennaio 2010
«Fanno soltanto sorridere le elucubrazioni dei due neopolitologi tranesi del PDL, apparse sulla carta stampata e sui giornali on line ad inizio 2010, con le quali sentenziano che a sprofondare a Trani, in Puglia e in Italia è il centrosinistra, mentre in loco i più bravi, i soli che vogliono bene a Trani e ai tranesi sono loro e i propri sodali del governo cittadino. Leggendo la disamina che altro non è se non una arrampicata sugli specchi, con autocelebrazioni a tutto spiano, autoreferenziali (termine tanto caro al sindaco quando è a corto di argomenti per controbattere) quanto indebite attribuzioni di meriti (per tutti Palazzo Beltrani) sostengono che i programmi sono stati mantenuti e che i disfattisti sono altri, ovvero le minoranze in cerca di visibilità. La punta massima del ridicolo la raggiungono quando il loro assunto diventa questo: "grazie alla nostra azione di governo Trani ha conquistato il cuore di migliaia di visitatori (sic!), non conoscendo evidentemente gli scritti di Guido Malcangi "Trani nelle impressioni dei viaggiatori stranieri", di Nicola Pàstina "Celebratori di Trani", l'"Inno a Trani" di Cesare Brandi e gli scritti del compianto concittadino prof. Giovanni Macchia. Certe volte un po'di… cultura non guasta mai ed evita sproloqui!
Che a Trani tutto va bene lo vadano a dire ai cinquemila e passa disoccupati che, a differenza loro, questo Natale se lo ricorderanno non per le manifestazioni effimere, costate peraltro decine e decine di migliaia di euro, ma per i ben più seri motivi di sopravvivenza. Vadano pure, se hanno fegato per farlo, ad autocelebrarsi con i dipendenti della Franzoni verso i quali non hanno mosso un dito se non a parole, comportamento che hanno imparato alla lettera dalla loro rappresentante in Parlamento. A sprofondare, purtroppo è Trani, come in Via Giovanni Bovio dove anche un cieco si sarebbe accorto del cedimento della strada, tutt'altro che improvviso e imprevedibile.
A sprofondare, e non da oggi, è l'economia tranese che va a rotoli con negozi e imprese che chiudono continuamente, mentre l'economia pubblica non è da meno perché in mano a gente che ha bivaccato per anni nei bar prima di ritrovarsi sulle poltrone che contano. Non a caso gli industriali del nord, sul finire degli anni novanta, subito dopo il lungo interregno della commissione prefettizia, etichettarono l'allora classe politica cittadina al governo, antesignana dell'attuale, con un termine dispregiativo che più dispregiativo non si può. Ci sono voluti due anni di denunzia da parte del PdCI, non per disfattismo, ma a fin di bene, cioè a tutela della salute pubblica, prima che qualcuno della maggioranza (leggi Riserbato) si accorgesse delle deiezioni canine.
E non sono state certo "false argomentazioni" l'aver evidenziato per primi che il parcheggio alle spalle della capitaneria di porto avrebbe oscurato una testimonianza federiciana, tant'è che poi, guarda caso, è stata… scoperta porta Vassalla, come pure l'aver denunciato lo stato pietoso delle strade di Trani, lo sperpero di denaro pubblico a getto continuo come il fallimentare rapporto con la Global Service (ammissione dello stesso sindaco!); la malsana proposta della beauty farm al Monastero (cadde la prima testa!); lo sgorbio della rastrelliera nei pressi della Cattedrale (cadde la seconda testa!), rimossa a furor di popolo; dei "cippi funerari" sul porto, anche questi subito tolti e ora, pare, riutilizzati come spartitraffico sul sagrato del santuario della Madonna di Fatima; delle palle di ferro in Piazza Quercia; senza parlare dell'appalto megagalattico da tre milioni e seicentomila euro per i T-Red (pare fortunatamente accantonato); delle "svendite" oggetto di attenzione da parte della magistratura, degli acquisti a sei-sette zeri, non si sa bene a pro di chi o di che cosa, della situazione precaria e pericolosa della Casa di riposo "Vittorio Emanuele II", della cessione di rami d'azienda, della nota vicenda "Sant'Antuono" e dell'oltraggio al centro storico con la chiusura dell'"Angiporto Ognissanti" autorizzata non si sa da chi.
Stendiamo un velo pietoso, per ora, sulle future opere che il sindaco vuole fare prima del termine del suo mandato, teatro e parcheggi soprattutto. Si prospetta un ritorno agli scempi degli anni sessanta-settanta: storia docet. Non è certo merito del governo cittadino, invece, se l'ospedale di Trani sta riacquistando una fisionomia degna della propria funzione . Queste sì sono le cose che contano! Non i "presidi"culturali barzelletta (prima hanno permesso che si facesse man bassa di opere custodite in Biblioteca, e poi si son voluti ricreare la verginità grazie alla generosità della moglie e del figlioi di quel grande artista che è stato Ivo Scaringi), come pure qualche recente concorso farsa.
In tempi non sospetti, ma non troppo, un manifesto del PdCI titolava "A Trani c'è il PUG, tutto il resto non conta". E così è stato. Fioriscono palazzi, i soliti amici impinguano le loro tasche, mentre la miseria aumenta. Ma il sindaco per combattere la piaga della disoccupazione, si mette il cuore in pace con il manifesto "Fate lavorare i tranesi", ma solo perché si era in campagna elettorale. E nel contempo, guarda caso, affida i lavori a cooperative e a ditte forestiere. Ora anche uomini di governo (Troisi) ed ex (D'Ambrosio e Visibelli), tanto per fare qualche nome, hanno preso il…vezzo di sparare a zero sull'amministrazione. Falsi e disfattisti anche costoro? A questo punto non resta che consigliare ai due sprovveduti neopolitologi la sana lettura di una favola di Fedro. Quella di Giove che impose agli uomini due bisacce: mise quella dei vizi propri dietro la schiena, quella carica dei vizi altrui davanti al petto. Non c'è bisogno di spiegarne la morale».
Segreteria PDCI Trani