«Chiudendo le sedi di Brindisi e Trani, l'Acquedotto commette un grave errore»
Lo dice l'Unione per la tutela dei cittadini e dei consumatori
mercoledì 1 settembre 2010
L'Unione per la tutela dei cittadini e dei consumatori (Uni.Cons.) dichiara la sua assoluta contrarietà alla chiusura degli uffici territoriali dell'Acquedotto pugliese a Brindisi e Trani, decisa quest'estate dall'Ente nell'ambito del processo di riorganizzazione delle proprie strutture. Tali unità verrebbero rispettivamente accorpate a quelle di Taranto (per Brindisi) e Bari (per Trani).
Per l'associazione questa decisione «è dannosa per tutti: azienda, enti locali, utenti e lavoratori». «La chiusura - si legge nella nota dell'associazione di categoria - porterebbe alle seguenti conseguenze: il peggioramento degli standards di qualità (erogazione del servizio, risposta alle problematiche tecniche ed amministrative sottoposte dagli utenti), del servizio nelle province di Brindisi e Bat; la perdita del rapporto con gli enti locali presenti sul territorio; delle ricadute negative sulle imprese dell'indotto; la perdita di posti di lavoro sul territorio (per quanto i lavoratori saranno trasferiti a Bari, si verificherà comunque una perdita in termini di occupazione)».
«Chiediamo che l'Ente riconsideri tale decisione - scrive l'associazione - o che comunque sia procrastinata a dopo l'emanazione della legge regionale di pubblicizzazione dell'Ente stesso, in modo da consentire al nuovo consiglio d'amministrazione ed a tutti gli organismi di rappresentanza e sorveglianza previsti di esprimere il proprio parere in merito alla riorganizzazione dell'Ente. Chiediamo anche un intervento della Regione Puglia affinché blocchi tale decisione».
Per l'associazione questa decisione «è dannosa per tutti: azienda, enti locali, utenti e lavoratori». «La chiusura - si legge nella nota dell'associazione di categoria - porterebbe alle seguenti conseguenze: il peggioramento degli standards di qualità (erogazione del servizio, risposta alle problematiche tecniche ed amministrative sottoposte dagli utenti), del servizio nelle province di Brindisi e Bat; la perdita del rapporto con gli enti locali presenti sul territorio; delle ricadute negative sulle imprese dell'indotto; la perdita di posti di lavoro sul territorio (per quanto i lavoratori saranno trasferiti a Bari, si verificherà comunque una perdita in termini di occupazione)».
«Chiediamo che l'Ente riconsideri tale decisione - scrive l'associazione - o che comunque sia procrastinata a dopo l'emanazione della legge regionale di pubblicizzazione dell'Ente stesso, in modo da consentire al nuovo consiglio d'amministrazione ed a tutti gli organismi di rappresentanza e sorveglianza previsti di esprimere il proprio parere in merito alla riorganizzazione dell'Ente. Chiediamo anche un intervento della Regione Puglia affinché blocchi tale decisione».