Colpito a un occhio nel 2010 negli scontri allo stadio "Poli" di Molfetta: Alessandro Di Ronzo vince la battaglia legale

Il Tribunale di Trani ha condannato il Comune di Molfetta e la società di calcio, con una sentenza storica

giovedì 4 novembre 2021 16.17
Undici anni fa, il 2 maggio 2010, al termine dell'incontro di calcio fra "Asd Liberty Molfetta" e "As Fortis Trani", il giovane tranese Alessandro Di Ronzo che aveva assistito alla partita ed era in procinto di lasciare lo stadio "Paolo Poli" di Molfetta e tornare a casa, rimase vittima degli atti violenti che si consumarono fra gruppi di facinorosi.

Di Ronzo, che con altri spettatori cercava una via di uscita, subì gravissime lesioni personali (scoppio del bulbo oculare, ematoma cerebrale, fratture al volto ed al setto nasale, etc.) per essere stato violentemente colpito al volto da un oggetto contundente lanciatogli contro il viso nel corso dei tafferugli scoppiati all'interno dello stadio: il Tribunale di Trani, Sezione Unica Civile, in composizione monocratica in persona del Giudice Unico dott.ssa Laura Cantore, ha ora emesso la sentenza di risarcimento danni, condannando in solido il Comune di Molfetta e la società sportiva (oggi "Ss Monopoli 1966 Srl) al pagamento di una somma ritenuta congrua per il risarcimento in favore di Di Ronzo, la cui lunga battaglia legale è stata curata dagli avvocati Sergio Strippoli e Luigi Barbera di Trani.

A causa delle lesioni subite in quella occasione Di Ronzo ha perso la funzionalità dell'occhio sinistro, ha subito numerosi interventi, soprattutto per il recupero "estetico" dell'occhio, mentre da quello funzionale purtroppo non c'è stata possibilità di recupero della vista.

Si tratta di una sentenza "storica", che farà senza dubbio giurisprudenza: per la prima volta, infatti, sia pur in primo grado un Tribunale sottolinea che le responsabilità dell'impianto di gioco dove si svolge l'evento (in questo caso sportivo, ma potrebbe trattarsi anche di altro, un concerto o una manifestazione) sono dell'ente proprietario della struttura (in questo caso il Comune di Molfetta), e della squadra di casa che organizza l'incontro. E non solo: fino ad oggi sentenze del genere avevano riguardato situazioni legate ai Campionati di serie superiore, e mai riferite a gare di campionati "minori" come in questo caso.