Consiglio Comunale, Santorsola (Sel) prova a fare il mago e svela il futuro

L'intervento del consigliere anticipa cosa ci attenderà tra qualche giorno

martedì 22 luglio 2014 10.27
"Il consiglio che verrà", un intervento premonitore del consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà, Mimmo Santorsola, che analizza lo spirito che sta precedendo il tanto atteso prossimo Consiglio comunale, provando ad evocarne un esito di rottura. Buona lettura.

«Tra qualche giorno, dopo tante attese e tanti rinvii, finalmente ci sarà il consiglio comunale ed io voglio stravolgere le mie abitudini parlandone prima. Sembra quasi un "lo famo strano" ma in effetti si tratta di una seduta importante perché all'ordine del giorno sono previsti almeno 18 punti, una seduta che rappresenta il varo della nuova Giunta Riserbato e che si preannuncia movimentata per i numerosi "mal di pancia" che affliggono la maggioranza.

L'esecutivo cittadino presenta tra gli altri il bilancio consuntivo del 2013 (non era già pronto a febbraio?) ed il previsionale del 2014 (non ci era stato promesso come innovativo e precoce?), bilanci sui quali pesa la spada di Damocle del parere dei revisori dei conti e dei punti interrogativi sul valore istituzionale dell'organo di controllo.

Quello che verrà è sicuramente un consiglio carico di aspettative e di incertezze, tanto da suggerire al sindaco di indire la seconda convocazione dopo sette giorni, un tempo sufficiente ad ammorbidire le eventuali richieste dei più esigenti ed a superare indenne la bufera che si era scatenata nei primi mesi dell'anno e che aveva portato alla revoca delle deleghe.

"Finalmente" ci eravamo detti quando era stata pubblicata la notizia che era stata fatta piazza pulita, finalmente qualcosa sta cambiando! E finalmente ci siamo detti quando dopo un lungo periodo di "guida a fari spenti" il Sindaco ci aveva annunciato di avere pronti i nomi per la nuova squadra di governo; finalmente i cittadini tranesi avrebbero potuto sperare in una programmazione oculata della spesa pubblica e nel soddisfacimento delle loro reali necessità.

Quanti finalmente! Ci avevamo creduto e ci eravamo preparati ad uno stravolgimento degli equilibri e delle alleanze ma, nonostante il malumore espresso da numerosi esponenti della maggioranza e nonostante l'attenzione che i magistrati hanno mostrato nei confronti della nostra amministrazione comunale ha trovato rimedio a tutto...lasciando tutto esattamente come prima.

Ha selezionato i futuri assessori, ha ridistribuito le poltrone, ha bacchettato i più riottosi, ha accontentato i più potenti e, d'improvviso, quello che doveva essere un terremoto politico si è trasformato in poco più di una colica gassosa o di una crisi ad personam. Non è facile smuoverli da quelle poltrone: nessuno rinuncia a soddisfare le proprie voglie specie quando si tratta di fame di potere e di notorietà ma, a questo punto, se proprio voglio essere onesto, devo fare mia la considerazione di un amico.

"Non è colpa del sindaco" mi diceva "lui e gli assessori fanno solo i loro interessi; la responsabilità di questa condizione di degrado va attribuita, tutta, ai singoli consiglieri". Lì per lì mi era sembrata una baggianata pazzesca ma poi, ripensandoci, ho dovuto prendere atto della verità nascosta in quelle parole: ai consiglieri, non alla giunta né ai funzionari ma ad ognuno di loro i cittadini con il loro voto hanno affidato la responsabilità del controllo politico ed amministrativo della cosa pubblica.

Questo compito lo si assolve semplicemente alzando o abbassando la mano per approvare o bocciare le proposte avanzate dalla Giunta ma le conseguenze di questo gesto possono essere disastrose per la città ed ora, purtroppo, dobbiamo prendere atto che, probabilmente, almeno sedici di quei consiglieri continueranno ad esprimere il loro consenso ad una amministrazione che negli ultimi due anni non ha fatto altro che mostrare la sua incapacità di elaborare programmi e la sua impossibilità a soddisfare le necessità di cui la nostra comunità ha bisogno.

Forse tra loro ci sono anche quelli che, lontano dai riflettori, esprimono il loro dissenso ed il loro disappunto per le decisioni che di volta in volta sono costretti ad avallare ma una cosa è certa: se hanno davvero valori morali prima o poi dovranno renderne conto a se stessi e spiegare alla comunità perché siano venuti meno al loro dovere consentendo col loro silenzio assenso il perseverare delle cose».