Decaro: "Presidente libero". Replica di Mino Di Lernia, Segretario Regionale di Sinistra Italiana: "Nessun veto, la questione è elettorale"
L'ultimatum del candidato in pectore scuote la coalizione. La risposta del segretario Di Lernia sposta il focus dallo scontro personale agli equilibri di potere e al peso dei voti
sabato 23 agosto 2025
9.36
La lunga attesa è finita. Con un post diretto sulla sua pagina Facebook, Antonio Decaro ha rotto il silenzio sulla sua possibile candidatura a Presidente della Regione Puglia, trasformando una querelle interna al centrosinistra in un dibattito pubblico. Non ha sciolto la riserva, ma ha fatto di più: ha alzato il prezzo, dettando condizioni chiare e inequivocabili. Il suo messaggio, rivolto ai cittadini prima che ai partiti, è un ultimatum politico: si candiderà solo se potrà essere un "presidente libero", altrimenti il suo prestigioso incarico in Europa può bastare.
Nel suo comunicato, Decaro usa parole nette. "Io sono pronto a candidarmi", afferma, ma subito dopo pone il suo aut aut: "devo sapere di poter guidare la Regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro". Il riferimento, seppur velato dalla "stima e affetto sinceri", è palesemente rivolto ai suoi predecessori, Michele Emiliano e Nichi Vendola, le cui figure sono ancora centrali nella politica regionale. Decaro nel suo post chiede un mandato per "scrivere una pagina nuova", dichiarando di non voler essere "ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto". È la richiesta di un'investitura piena, un mandato forte per un rinnovamento che, secondo lui, non può essere negoziato o subordinato a vecchie logiche di potere, parole chiare che alcuni autorevoli commentatori valutano come "un non ritorno".
La risposta della coalizione, alle dichiarazioni di Decaro, non si è fatta attendere e nella stessa giornata di ieri è arrivata per voce di Mino Di Lernia, segretario regionale di Sinistra Italiana, nonchè Assessore della Città di Trani. Il suo intervento, letto fra le righe, è di pura tattica politica, Di Lernia non contesta la legittimità della richiesta di Decaro, ma la riformula completamente. Il problema, secondo Di Lernia che parla per Sinistra Italiana, non è la "continuità" rappresentata da Vendola, ma la presenza di questi "scomoda elettoralmente". È una frase chiave che sposta il dibattito dal piano del rinnovamento a quello del potere interno alla coalizione. Di Lernia fa capire, implicitamente, che il vero timore di alcuni partiti non è l'influenza politica degli ex presidenti, ma il peso elettorale che l'area di Sinistra Italiana/AVS potrebbe conquistare, alterando gli equilibri di potere nella futura giunta, per questo la sua chiara richiesta è di riportare la discussione nelle sedi opportune, parlando di programma e di liste, e non di personalismi.
Provando ad incrociare le due dichiarazioni è chiaro che la vera partita in gioco non è solo la scelta di un candidato, ma la definizione del modello di leadership per il futuro della Puglia. Da un lato, c'è Decaro che, forte del suo consenso personale, punta a una leadership forte, quasi presidenziale, che riceve il suo mandato dal popolo e chiede ai partiti di farsi da parte. Dall'altro, c'è la logica della coalizione, rappresentata da Di Lernia, secondo cui il presidente è sì una figura di spicco, ma pur sempre l'espressione di un equilibrio complesso tra forze politiche diverse, ognuna con le proprie istanze e il proprio peso. La sfida di Decaro ha scoperchiato un vaso di Pandora. Ora la palla passa alla coalizione, chiamata a decidere se affidarsi a un leader che chiede carta bianca o se imporre un percorso di mediazione che, però, rischierebbe di far sfilare il candidato più forte. Il futuro del centrosinistra pugliese si gioca su questo crinale sottile.
... ed a Trani che succederà? Il confronto in atto ai vertici del centrosinistra pugliese non è solo una lotta per una candidatura, ma una resa dei conti tra due modelli di politica e di potere. Questa dinamica si rifletterà inevitabilmente a cascata sui territori, inclusa una città importante come Trani. La netta presa di posizione di Decaro, "voglio essere un presidente libero", costringerà le figure politiche locali, e soprattutto gli aspiranti sindaci, a posizionarsi e non sarà più sufficiente una generica appartenenza al centrosinistra. Chi si allineerà a Decaro sposerà una narrazione di rinnovamento, di rottura con le vecchie logiche di partito e di forte autonomia decisionale, cercando un filo diretto con un leader percepito come vincente e moderno. Chi rimarrà legato al modello Emiliano e alla struttura di potere attuale, punterà sulla continuità, sulla stabilità e sulla forza della "filiera istituzionale" (Comune-Regione), facendo leva sui rapporti consolidati e sulla logica della mediazione tra partiti. Questo posizionamento determinerà l'appoggio politico e le risorse che i candidati potranno ricevere dal livello regionale. Una cosa è certa, la mancata o confermata candidatura di Antonio Decaro alla Presidenza della Regione Puglia obbligherà a scelte ben chiare quella politica tranese aggrappata alle sorti di una partita regionale che svilupperà, post elezioni di Via Gentile, vecchie e nuove coalizioni per le Amministrative tranesi del 2026. Staremo a vedere.
Qui di seguite le trascrizione dei post social di Antonio Decaro e Mino Di Lernia.
Nel suo comunicato, Decaro usa parole nette. "Io sono pronto a candidarmi", afferma, ma subito dopo pone il suo aut aut: "devo sapere di poter guidare la Regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro". Il riferimento, seppur velato dalla "stima e affetto sinceri", è palesemente rivolto ai suoi predecessori, Michele Emiliano e Nichi Vendola, le cui figure sono ancora centrali nella politica regionale. Decaro nel suo post chiede un mandato per "scrivere una pagina nuova", dichiarando di non voler essere "ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto". È la richiesta di un'investitura piena, un mandato forte per un rinnovamento che, secondo lui, non può essere negoziato o subordinato a vecchie logiche di potere, parole chiare che alcuni autorevoli commentatori valutano come "un non ritorno".
La risposta della coalizione, alle dichiarazioni di Decaro, non si è fatta attendere e nella stessa giornata di ieri è arrivata per voce di Mino Di Lernia, segretario regionale di Sinistra Italiana, nonchè Assessore della Città di Trani. Il suo intervento, letto fra le righe, è di pura tattica politica, Di Lernia non contesta la legittimità della richiesta di Decaro, ma la riformula completamente. Il problema, secondo Di Lernia che parla per Sinistra Italiana, non è la "continuità" rappresentata da Vendola, ma la presenza di questi "scomoda elettoralmente". È una frase chiave che sposta il dibattito dal piano del rinnovamento a quello del potere interno alla coalizione. Di Lernia fa capire, implicitamente, che il vero timore di alcuni partiti non è l'influenza politica degli ex presidenti, ma il peso elettorale che l'area di Sinistra Italiana/AVS potrebbe conquistare, alterando gli equilibri di potere nella futura giunta, per questo la sua chiara richiesta è di riportare la discussione nelle sedi opportune, parlando di programma e di liste, e non di personalismi.
Provando ad incrociare le due dichiarazioni è chiaro che la vera partita in gioco non è solo la scelta di un candidato, ma la definizione del modello di leadership per il futuro della Puglia. Da un lato, c'è Decaro che, forte del suo consenso personale, punta a una leadership forte, quasi presidenziale, che riceve il suo mandato dal popolo e chiede ai partiti di farsi da parte. Dall'altro, c'è la logica della coalizione, rappresentata da Di Lernia, secondo cui il presidente è sì una figura di spicco, ma pur sempre l'espressione di un equilibrio complesso tra forze politiche diverse, ognuna con le proprie istanze e il proprio peso. La sfida di Decaro ha scoperchiato un vaso di Pandora. Ora la palla passa alla coalizione, chiamata a decidere se affidarsi a un leader che chiede carta bianca o se imporre un percorso di mediazione che, però, rischierebbe di far sfilare il candidato più forte. Il futuro del centrosinistra pugliese si gioca su questo crinale sottile.
... ed a Trani che succederà? Il confronto in atto ai vertici del centrosinistra pugliese non è solo una lotta per una candidatura, ma una resa dei conti tra due modelli di politica e di potere. Questa dinamica si rifletterà inevitabilmente a cascata sui territori, inclusa una città importante come Trani. La netta presa di posizione di Decaro, "voglio essere un presidente libero", costringerà le figure politiche locali, e soprattutto gli aspiranti sindaci, a posizionarsi e non sarà più sufficiente una generica appartenenza al centrosinistra. Chi si allineerà a Decaro sposerà una narrazione di rinnovamento, di rottura con le vecchie logiche di partito e di forte autonomia decisionale, cercando un filo diretto con un leader percepito come vincente e moderno. Chi rimarrà legato al modello Emiliano e alla struttura di potere attuale, punterà sulla continuità, sulla stabilità e sulla forza della "filiera istituzionale" (Comune-Regione), facendo leva sui rapporti consolidati e sulla logica della mediazione tra partiti. Questo posizionamento determinerà l'appoggio politico e le risorse che i candidati potranno ricevere dal livello regionale. Una cosa è certa, la mancata o confermata candidatura di Antonio Decaro alla Presidenza della Regione Puglia obbligherà a scelte ben chiare quella politica tranese aggrappata alle sorti di una partita regionale che svilupperà, post elezioni di Via Gentile, vecchie e nuove coalizioni per le Amministrative tranesi del 2026. Staremo a vedere.
Qui di seguite le trascrizione dei post social di Antonio Decaro e Mino Di Lernia.
- Antonio Decaro (22.08.2025 ore 12:00)
- Mino Di Lernia (22.08.2025 ore 17:00)