«Dignità, un termine sconosciuto a Palazzo di città»

Schiralli (PdCI) contro l'amministrazione comunale di Trani

martedì 12 maggio 2009
Pubblichiamo una comunicato della Segreteria Rifondazione-Comunisti Italiani di Trani:

«Ormai l'arroganza e l'impudenza hanno superato ogni limite: mentre Trani "arranca" affossata dai debiti e i cittadini da tre anni ne pagano le conseguenze attraverso l'aumento delle tasse, l'Amministrazione, nonostante i 14 rinvii a giudizio ed altri che starebbero per concretizzarsi, fa finta di nulla continuando a occupare segna dignità il govero cittadino con l'improvvisazione che l'ha sempre contraddistinta. Ma c'è di più: il sindaco Tarantini, all'indomani del rinvio a giudizio, non solo non ha avuto il buon senso di dimettersi, ma si è "auto referenziato" paladino della città ritenendo di aver agito nell'interesse di Trani, poiché pensa, come afferma egli stesso testualmente in un'intervista, di non aver sperperato denaro pubblico (i latini dicevano: stultum est dicere putabam. A lui la traduzione visto che le citazioni in latino sono il suo forte!).

Se spendere in soli due anni, per feste e lazzi, con pochi paganti e tanti inviti gratis, un milione e seicentoquarantaseimila euro, più di tre miliardi delle vecchie lire mentre la disoccupazione è alle stelle, i servizi sociali pressoché nulli, le strade dissestate e insozzate, i monumenti in rovina, i topi che passeggiano tranquillamente per le strade, sui balconi e perfino nelle case, interi quartieri, come quello di Via Andria, in stato di totale abbandono, non è dissipare denaro pubblico, allora il sindaco dovrà dirci cosa intende lui per sperperare. Né è ammissibile trincerarsi dietro la naturale vocazione turistica della città, così come tentò di giustificare le ingenti spese l'ex assessore alle finanze Pappalettera (anche se non figura tra i rinviati a giudizio, ebbe il buon senso di andarsene dalla giunta volontariamente qualche giorno dopo gli avvisi di garanzia del p.m. Savasta), o fare riferimento, quasi a discolpa, all'operato del sindaco Francesco Paolo Mongelli che negli anni cinquanta-sessanta fece di Trani la perla dell'Adriatico con un indescrivibile, per quei tempi, ritorno d'immagine e di soldi.

Sembra che a Tarantini piaccia darsi la cosiddetta zappa sui piedi forse perché crede che i tranesi siano tutti degli allocchi. Prima di tutto quelli erano gli anni del boom economico , non c'era disoccupazione, e l'economia cittadina veleggiava grazie alla la pietra di Trani, richiesta da tutta l'Europa e dai paesi arabi. Il senatore Avv. Francesco Paolo Mongelli, che non era certo un comunista, ma alla cui memoria bisogna lo stesso inchinarsi con deferenza e non cercare affinità o paragoni irriverenti che sanno tanto di bestemmia, non indebitò mai la città, tutt'altro. Tutta la zona di Colonna, la Lampara e tante altre opere resero Trani ancora più bella di quello che era. Oggi , invece, dica il Sindaco quale sarebbe il decantato bilancio turistico di cui tanto parla? Quali sono gli imprenditori che, a differenza degli anni di Mongelli, sono venuti a investire a Trani i loro soldi richiamati dalla eco degli spettacoli? Dove sono gli Schubert e i Dior (ammesso che Tarantini sappia di chi parlo) che vollero esaltare la sartoria tranese a livello nazionale ed europeo invitando a Parigi le Suore "Ventura" per una sfilata di abiti da sposa che fece epoca? (l'omonimo settimanale dedicò un intero inserto all'avvenimento, gratis!). Dove sono i riscontri sulla stampa nazionale, escludendo i "redazionali" a pagamento ordinati dalla giunta? Un sodale di partito di Tarantini, tempo fa ha detto: abbiamo riempito i ristoranti e le pizzerie, tacendo che, di contro, da qualche anno a questa parte l'Amministrazione ha calato pesantemente le mani nelle tasche dei tranesi (IRPEF,ICI,TRASU) tanto per citare un'espressione cara al leader del PDL, con l'assurda aggiunta che nemmeno un Euro delle maggiori entrate è stato fin'ora destinato alla voragine dei debiti. E chissà per quanti anni ancora pagheremo.

Quando si chiamano in causa i grandi del passato, quegli Uomini d'onore che hanno esaltato Trani, bisogna soprattutto considerare che quella gente, come appunto i Beltrani, i Plantulli Lambert e i Mongelli, (fu sindaco per due intere tornate), pagavano di tasca loro la propaganda elettorale per non assumere impegni con chicchessia da mantenere dopo le elezioni. Non come oggi, con i candidati che vincono solo grazie alle faraoniche campagne elettorali. Pagate da chi?. Il partito Rifondazione-Comunisti Italiani invita il Sindaco a leggere i commenti on-line, sulla stampa circa il suo modo di amministrare e a camminare per la città ascoltando la gente. Se lo avesse fatto, si sarebbe dimesso da un bel pezzo. Sempre che nel suo vocabolario esista la parola "dignità". Ma i suoi stessi sodali di partito (siamo in grado anche di fare i nomi) dicono che manca poco. Sono in tantissini ad aspettare!»

Dott. Mario Schiralli
Rifondazione-PdCI