Don Giuseppe Rossi: prete eroico, uomo welfare, esempio moderno

Una nuova pubblicazione degli autori tranesi Felice Spaccucci e Giuseppe Curci

venerdì 6 aprile 2018 7.29
A cura di Giovanni Ronco
Don Giuseppe Rossi è il sacerdote eroico che nella prima metà del secolo scorso caricò sulle sue spalle il peso dei tanti miseri ragazzi e fanciulli che popolavano una Trani stremata dal colera e dall'indigenza, quindi dalla mancanza d'igiene ed altre malattie.

La forza di don Giuseppe ed il suo abbandono alla Provvidenza per poter aiutare quanti più ragazzi poveri ed abbandonati, prima presso il santuario dell'Apparizione, poi nell'Istituto presso il Sacro Cuore, fondato con tanta fatica e con l'aiuto di tanti benefattori, sono i temi al centro della nuova pubblicazione dei due autori tranesi Felice Spaccucci e Giuseppe Curci, sulla figura di questo sacerdote che meriterebbe ben altra considerazione per quello che ha fatto.

Il testo, "Don Giuseppe Rossi, prete eroico", stampato dalla tipografia De Biase di Ruvo di Puglia, è una rievocazione dell'Opera caritativa di don Giuseppe Rossi, capace non di azioni di benevolenza isolate, ma di un vero progetto di solidarietà evangelica realizzato sul difficile campo del contesto tranese a cavallo delle due guerre mondiali, partendo dai decenni successivi ad una Unità d'Italia che, dopo il regno borbonico, non aveva ancora portato il progresso sperato, anzi vedeva il Sude affondare nel degrado.
I derelitti della società, bambini e ragazzi sottratti alla strada con un progetto educativo, non solo di assistenza fine a se stessa, sono i punti di riferimento di un uomo capace di vivere egli stesso nella miseria più assoluta, pur di garantire il necessario ai dimenticati del suo tempo, a Trani.

Un iter, quello di don Giuseppe, irto di difficoltà e di pregiudizio in vita, pur con l'aiuto dei benefattori , ma ora, a tanti anni dalla morte, anche ad alto rischio "indifferenza" e "oblio" sia da parte dei vertici ecclesiastici, sia da parte dei comuni cittadini. Le generazioni più giovani, per la maggior parte non conoscono l'opera di questo nostro grande concittadino e la pubblicazione di Spaccucci e Curci va proprio in questa direzione: richiamare l'attenzione in primis perché i vertici ecclesiastici riconsiderino l'opportunità, per un profilo tanto elevato e simbolico per la nostra società, di poter assurgere agli onori degli altari, ergo all'avvio di una causa prima di beatificazione e poi di canonizzazione; sia, in seconda battuta, perchè un testo come questo colga l' obbiettivo di divulgare, attraverso il racconto della vita e dei testimoni che l'hanno conosciuto, il messaggio di don Giuseppe, riconducibile a quello francescano e dello stesso Papa Francesco: l'amore disinteressato verso il prossimo, la fiducia incrollabile verso la Divina Provvidenza, l'idea che una società migliore è possibile (obiettivo comune anche all'ambito laico) ripartendo dall'educazione dei più giovani, dalla sottrazione di questi ultimi alla strada e alle cattive compagnie o alle conoscenze compromettenti.

Un uomo, don Giuseppe, con un Carisma capace di attrarre a se tante personalità del suo tempo, in modo trasversale, dai laici ai cattolici, dai nobili ai poveri. Ma, secondo gli autori, capace di farlo anche oggi, con i contemporanei in cerca di punti di riferimento.

Tanti i ricordi legati a lui in questo libro, tante le parole di omaggio ad uno degli ultimi tranesi davvero carismatici (emblematica è l'interessante introduzione di don Mauro Sarni, rettore del santuario dell'Apparizione in cui come detto don Giuseppe cominciò la sua Opera), per una riflessione profonda e capace di dare una svolta alla nostra vita quotidiana, seguendo un esempio solo apparentemente lontano nel tempo, ma tanto attuale, nel suo essere un autentico uomo welfare.