Enzo Guacci, il trionfo della "prima": «Il mio sogno è portare il dialetto nelle scuole»

Tanto divertimento per una tradizione riportata a Trani dalla giovane associazione Tranensis

lunedì 19 dicembre 2022 10.00
A cura di Stefania De Toma
"Vorrei tanto che il dialetto non scomparisse, è l'essenza della nostra cultura!": così dietro le quinte il maestro Enzo Guacci alla fine della rappresentazione che ha riportato a Trani la tradizione del teatro in vernacolo a Natale. E le quattrocento persone che hanno riempito ieri sera l'Auditorium della parrocchia di San Magno - ma anche le altre fino al 21 dicembre, e chissà che non si riesca a organizzare altre repliche - in questo testo originale scritto da Enzo Guacci la scorsa estate, hanno riso e si sono divertite ritrovando in ogni frase, in ogni modo di dire, in ogni esclamazione un pezzo del nostro modo di essere tranese.

Tutti bravi, tutti, a ricreare l'atmosfera di una casa di Trani dove ne succedono di tutti i colori, in un andirivieni di personaggi tra una comare e un tubista, la nipote un po' tonta e la zia dai numerosi trascorsi sentimentali (frivola e elegante in uno dei perfetti costumi di scena di Giuliana Nemola), tra l'amica pettegola e un parroco un po' "zozzone", ma deus ex machina, alla fine, di tutta la ingarbugliata situazione. Su tutti una strepitosa Christina Di Gennaro ("tornare sul palco è stata un'emozione indescrivibile!) e Antonella Raffaele, irresistibile nel ruolo di figlia e moglie tradita; e finalmente lui, Enzo Guacci, nei panni di un marito scroccone e pure fedifrago, con la maestria navigata di impersonare un personaggio ma di restare allo stesso tempo la maschera di se stesso, proprio come il grande Totò, riproponendo le sue classiche ed esilaranti espressioni come quando calcava le scene con il suo grande amico Rino Franco.

E infatti l'anima indimenticabile dell' altro componente della coppia "Enzo e Rino" aleggiava ieri sera, sia nel grande applauso che l'ha ricordato che nella presenza, in prima fila, con uno dei loro figli, di sua moglie Ada, emozionata e commossa nel vedere rinascere una tradizione che i due avevano reso insieme parte integrante della storia recente di Trani. Di quanto ci fosse bisogno delle commedie in vernacolo tranese, "di riderci sopra e non di piangersi addosso", come ha sottolineato Nico Aurora nella sua presentazione, lo hanno detto le file di prenotazione del mese scorso che hanno fatto il sold out dei biglietti In men che non si dica; ma soprattutto ieri il divertimento pulito, capace di scacciare i pensieri, le grasse risate, gli applausi a scena aperta, e i visi contenti di tutti alla fine dello spettacolo. Un'impresa della quale sono stati capaci i giovani della associazione Tranensis. "Siamo felicissimi, non ho altre parole ha esclamato alla fine del primo atto un raggiante presidente Alfredo Cavalieri" - che la scorsa estate hanno convinto Enzo Guacci con la loro sincera missione di fare cultura partecipata a Trani, a superare il blocco artistico in cui il maestro era caduto dopo la scomparsa del suo grande amico.

Stasera si replica e fino al 21 dicembre, in questa Auditorium che ha fatto le veci di un teatro che non c'è, ma che grazie a tanta buona volontà, a tanto amore, per la cultura per l'arte, per la tradizione, sta finalmente rivivendo nella nostra Città.

"Vi siete divertiti?" - ci ha chiesto a sipario chiuso, ansiosa della risposta, Lenuccia - Rosa Pignataro - perfetta nel ruolo della comare che sa tutto; perché lo spirito e la finalità di questa compagnia è riuscire in questo intento, dare buonumore, e per un attore, si sa, è più difficile fare ridere che fare piangere.

Sì, ci siamo divertiti tanto. Il cast: Christina Di Gennaro, Antonella Raffaele, Mariagrazia Miriello, Elisa Bucci, Angela Campese, Rosa Pignataro, Franco Precchiazzi, Maria Irene Contento, Gianni Di Micco, Claudio Di Venosa.

Link all'intervista al maestro Guacci.

GUACCI
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