Escherichia coli nel Ciappetta Camaggio, Pastore invoca controlli

Tracce sono state rinvenute anche nei reflui trattati dal depuratore di Bisceglie

martedì 17 settembre 2013 16.35
La procura di Trani torna a occuparsi del Ciappetta Camaggio e della sua pericolosità per l'ambiente e per la salute pubblica. I reflui che scorrono in quel canalone contengono, fra gli altri veleni, escherichia coli, il batterio all'origine della Seu, la Sindrome emolitico urenica che ha colpito soprattutto bambini nel mese di agosto scorso. Tracce di escherichia coli sono state rinvenute anche nei reflui trattati dal depuratore di Bisceglie.

Il consigliere regionale Franco Pastore invoca controlli: «I reflui del Ciappetta Camaggio - dice - purtroppo vengono utilizzati spesso per irrigare i campi adiacenti quel canale. Un illecito pericoloso quanto noto ma sul quale mai si è intervenuti. Lo ha fatto la magistratura alcuni anni fa ma poi tutto è rimasto come prima, mentre sul da farsi per la bonifica e la manutenzione di quel canale si susseguono tavoli tecnici, incontri, ipotesi e parole. Nulla di concreto, niente che, nel frattempo, tuteli il diritto alla salute dei cittadini, dei più piccoli, dei bambini. Quanto accade è grave e il percorso di quel canalone, perché di una cloaca si tratta, non può restare ancora terra di nessuno, 14 chilometri, fra Andria e Barletta, dove il canale sfocia in mare, alla mercé di malfattori di ogni genere, dai ladri d'auto che abbandonano le scocche delle vetture, a coloro i quali usano il canale come discarica per sversarvi dentro rifiuti di ogni tipo, dagli elettrodomestici agli pneumatici, e gli agricoltori che da quello stesso canale in cui abbandonano i flaconi di fertilizzanti chimici prendono l'acqua per irrigare i loro campi, coltivati a ortaggi o oliveti. A questo punto i controlli sono indispensabili e tutte le istituzioni coinvolte devono intervenire, la provincia, i comuni, con tutti gli strumenti che hanno. Che lo facciano i vigili urbani, la polizia ambientale, i nuclei ambientali e le forze dell'ordine. Non si può mettere a repentaglio la salute pubblica e dei soggetti più delicati e a rischio, i bambini».