Alimentari invenduti, nasce il last minute market

Iniziativa della Provincia con la Caritas. in Italia ogni nucleo familiare getta via 584 euro di alimenti

martedì 18 gennaio 2011 21.44
Nella cultura contadina era uso lasciare parte del raccolto per deliziare i palati dei passanti e dei bisognosi. Si trattava delle eccedenze che con generosità venivano offerte ai meno fortunati. Nell'era dell'abbondanza, secondo l'associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori, in Italia ogni nucleo familiare getta via 584 euro, pari a 1,5 milioni di tonnellate di alimentari ancora perfettamente consumabili e tonnellate di prodotti rimangono invenduti a fine giornata nelle attività commerciali, diventando rifiuti il giorno successivo.

Istituendo il last minute market, grossolanamente tradotto in mercato dell'ultimo minuto, si mettono in rete i negozianti che, senza costi di trasporto e di smaltimento, rendono i beni di primaria importanza (pane, pasta, carne, pesce, latticini, legumi, verdura, frutta) alle associazioni di volontariato che si occupano di assistenza ai più bisognosi.

«Con l'assessorato alle politiche sociali, della famiglia e pari opportunità - spiega l'assessore provinciale Carmelinda Lombardi - abbiamo avviato una prima concertazione alla fine di dicembre, incontrando tutti gli assessori dei dieci comuni della Provincia di Barletta, Andria, Trani e la Caritas, al fine di promuovere e coordinare questa iniziativa. Con grande spirito di collaborazione, i rappresentanti dei dieci comuni e della Caritas hanno partecipato al primo incontro. Lo step successivo prevede un incontro con Associazioni di categoria, imprenditori e terzo settore. Sono certa che i commercianti accoglieranno con grande entusiasmo tale nobile opportunità, per manifestare la loro sempre viva attenzione nei confronti del nostro territorio».

Per quanto concerne la logistica e per ottimizzare il trasporto e la distribuzione lungo i dieci comuni, è in corso una collaborazione con la Caritas. «Si tratta di un gesto di solidarietà - spiega Lombardi - e, al contempo, di un'iniziativa fortemente educativa che tenta di riequilibrare il rapporto tra chi ha tanto e chi non possiede neppure l' indispensabile per vivere. Un modo dignitoso per combattere lo spreco senza fermare l'economia del Paese, in quanto consente alle aziende di ridurre i costi di smaltimento e trasporto dell'eccedenza, che altrimenti diventerebbe rifiuto, e, allo stesso tempo, di trasformarla in risorsa. Inoltre, si contribuisce alla riduzione dell'impatto sull'ambiente: non dimentichiamo che distruggere una tonnellata di rifiuti alimentari genera 4,2 tonnellate di anidride carbonica, a danno dell'intera comunità».