I Dialoghi di Trani, 4ª edizione

Il tema: "Ritrovare Epiméteo - Tecnologia e sviluppo nel terzo millennio"

mercoledì 27 luglio 2005
Da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre tornano, nelle splendide sale del Castello Svevo, i Dialoghi di Trani: l'appuntamento con i libri e le riflessioni a più voci, all'insegna dello scambio di idee e della disponibilità al confronto e alla comprensione reciproca. Organizzata dall'Associazione Culturale "La Maria del Porto", con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, e in collaborazione con Regione Puglia, Comune di Trani, Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Province di Bari e Foggia, la manifestazione tranese, alla sua quarta edizione, è ormai consolidata, nel panorama dell'offerta culturale estiva, come unica tappa del Sud – in una regione in pieno rinascimento culturale come la Puglia – che coniuga la valorizzazione dell'identità locale all'approfondimento di interesse nazionale. Unendo la discussione pubblica tra protagonisti della scena internazionale a una vasta offerta di iniziative mirate alla promozione di un territorio con un'antica tradizione culturale, l'avventura innovativa dei Dialoghi si è fatta apprezzare per l'impegno a sperimentare nuove forme di promozione, aggregazione e partecipazione culturale.

Gli organizzatori, insieme al curatore scientifico, il giornalista Piero Dorfles, ogni anno propongono una particolare chiave di lettura che "lega" e attraversa l'intero programma di dialoghi, connotando anche presentazioni di libri, tavole rotonde e letture. Questa quarta edizione si concentra su un tema complesso e particolarmente urgente che tocca i nodi cruciali del futuro del pianeta: Ritrovare Epiméteo. Tecnologia e sviluppo nel terzo millennio. Epiméteo, colui che "pensa dopo", è il mitico sposo di Pandora, dal cui vaso sono usciti tutti i mali, lasciando gli uomini nudi e inermi, tanto da costringere il fratello saggio Prometeo (colui "che pensa prima") a rubare il fuoco agli dei per regalarlo agli uomini. Il fuoco di Prometeo e quello che ne è l'emblema oggi, il progresso tecnologico, hanno modificato il mondo con non poche conseguenze. Oggi, mentre poche centinaia di milioni di abitanti dell'Occidente industrializzato continuano a godere privilegi che sono negati a miliardi di persone, il pianeta traballa sotto l'espansione illimitata del consumo di petrolio. Un consumo in crescita esponenziale: un miliardo e duecento milioni di cinesi aspettano di avere un'automobile e di poter riscaldare le loro case d'inverno e raffreddarle d'estate. E la loro economia sta avviandosi a poter soddisfare tali richieste... Forse è giunto il tempo di Epiméteo, di "pensare dopo" aver fatto bruciare il fuoco e aver aperto il vaso di Pandora.

Come ogni anno, il tema dà forma ai dialoghi, che prendono spunto da tesi e posizioni divergenti, incentrate su due o più libri (da quelli appena pubblicati ai classici) e vedono la partecipazione di alcuni dei più autorevoli esponenti del dibattito culturale internazionale, in un confronto costruttivo all'insegna dello scambio e della comprensione reciproca, che si apre anche al dialogo corale, con il pubblico, i cittadini, gli studenti.

Tra gli ospiti delle tre giornate tranesi del 2005 il padre comboniano Giulio Albanese, l'economista Tito Boeri, lo storico dell'Africa moderna e contemporanea Giampaolo Calchi Novati, il presidente de "Il Sole 24 Ore" Innocenzo Cipolletta, l'economista Alberto Clô (già Ministro dell'Industria negli anni Novanta), lo stilista Elio Fiorucci, la giornalista Michela Fontana, la sociologa algerina Samia Kouider, il giornalista Paolo Longo (inviato Rai a Pechino), il sottosegretario agli Affari Esteri con delega all'Africa e al Medio Oriente Alfredo Mantica, il presidente dell'Istituto Affari Internazionali Stefano Silvestri e il neo presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Come già nelle precedenti edizioni, molti dei dialoghi sono affidati alla brillante conduzione del giornalista Marino Sinibaldi che affianca il curatore scientifico Piero Dorfles.

Tre eventi più spettacolari concludono ciascuna giornata di dialoghi: lo spettacolo "mutante" Predisporsi al micidiale di e con Alessandro Bergonzoni in una trama di "lana metafisica" fatta di "click di sineddoche, romanze da melodramma, fragori di associazioni, ticchettii di silenzi"; l'epopea in musica Di goldene Medine di e con Moni Ovadia accompagnato al pianoforte da Carlo Boccadoro, per raccontare l'esilio, l'emigrazione, lo sradicamento, il nuovo esilio e la "contraddittoria appartenenza" degli ebrei nella "nazione d'oro" (goldene medine, appunto) degli Stati Uniti d'America; e, infine, il concerto del gruppo pugliese Radiodervish, un itinerario acustico tra parole e note per raccontare i sentimenti di chi vive fra due culture. Le musiche saranno accompagnate dalla lettura dei testi letterari che le hanno ispirate, dal poema del mistico persiano Farid ad din Attar a una lettera dal carcere di Gramsci fino a brani di Jean Genet.

Alle conversazioni e agli spettacoli si affianca, anche in questa quarta edizione, un programma di presentazioni di libri in uscita o appena usciti, strettamente collegati al tema come i due sguardi sul continente africano – il "dizionario" di un viaggiatore innamorato L'invenzione dell'Africa di Niccolò Rinaldi, e il tragico racconto della guerra civile di uno dei massimi autori africani di lingua inglese Legami di Nuruddin Farah – e lo sguardo sarcastico sull'Italia dalla tragicomica angolazione degli eco-mostri che infestano la penisola mi chiamo Guastaggiusta di Paolo Comentale. Ai libri si affiancano anche la rivista "Eirene", idee e percorsi per una cultura della pace, e I conti della Storia. Microstoria di uomini in fuga, studio realizzato dagli alunni dell'ITC Aldo Moro.

Esplicita in modo originale il tema e arricchisce l'offerta della manifestazione la mostra L'architettura dell'acqua. Opere idrauliche in muratura in India dal XII al XIX secolo curata da Attilio Petruccioli. La mostra è un percorso di riflessione sulle tecnologie tradizionali e quindi un invito alla comparazione tra la cultura contemporanea, che sembra incapace di controllare le conseguenze delle innovazioni tecniche e le culture preindustriali che introducevano variazioni alla tradizione consolidata solo attraverso un lungo processo di metabolizzazione critica.

In totale armonia con la cifra che connota i dialoghi, che promuove la "riflessione per anticipare" e il "pensare dopo", la manifestazione ospita anche uno spazio dedicato a Nati per Leggere, progetto di promozione della lettura fin dal primo anno di vita del bambino. Di origine statunitense ma radicata nel nostro paese da diversi anni, l'iniziativa dell'Associazione Culturale Pediatri e dell'Associazione Italiana Biblioteche, in collaborazione con il Centro per la Salute del Bambino, si fonda sulle numerose ricerche che hanno provato l'importanza fondamentale della lettura a voce alta già nei primi mesi dopo la nascita per gettare le basi di una futura passione per la lettura, con tutti i benefici che ne derivano all'uomo che il bambino sarà domani. Una serie di incontri, concentrati nella giornata di sabato dei Dialoghi, racconteranno le ragioni del successo e i nuovi obiettivi di questo progetto che coinvolge ormai tutte le biblioteche pubbliche e oltre mille pediatri.

Completano il programma, anche in spazi diversi - piazze, giardini, palazzi storici - numerosi laboratori di lettura en plein air per ragazzi, visite guidate al Castello, alla Cattedrale di San Nicola Pellegrino, al quartiere ebraico, itinerari enogastronomici e degustazioni con letture a tema, con il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti operanti, a vario titolo, sul territorio. In città, gazebo/bookshop, gestiti dagli studenti delle scuole superiori, proporranno i libri protagonisti dei dialoghi e percorsi bibliografici sui temi collegati a quelli discussi. I DIALOGHI

Il programma delle tre giornate è articolato in percorsi di riflessione, protagonisti, ognuno, di un dialogo:

venerdì 30 settembre - ore 18.00
Uguaglianza e privilegio
Dialogo tra Tito Boeri e Innocenzo Cipolletta
Coordina Marino Sinibaldi
Il problema principale della globalizzazione è la diseguaglianza tra chi può consumare, crescere e usare la tecnologia e chi, pur aspirando a questi privilegi, ne è escluso. In passato le sperequazioni tra stati non venivano prese in considerazione a meno che non producessero delle guerre. In futuro cosa accadrà, se non si redistribuiscono i privilegi e le risorse?


sabato 1 ottobre - ore 11.00
Se la Cina prende l'automobile
Dialogo tra Michela Fontana e Paolo Longo
Coordina Piero Dorfles
Chi può sopravvivere in un mondo con sei miliardi di automobili? E, in particolare, se la Cina, che conosce uno sviluppo economico impetuoso, comincia a usare mezzi di trasporto e di climatizzazione con la stessa disinvoltura con cui li usa l'Occidente, quanto cambierà il clima, quanto si inquinerà l'atmosfera e quanto ossigeno ci resterà da respirare?


sabato 1 ottobre - ore 18.00
Indovina chi viene a cena
Dialogo tra Giulio Albanese e Giampaolo Calchi Novati
Coordina Marino Sinibaldi
L'Africa è un continente che si sta sviluppando a ritmi crescenti e insieme mantiene forti elementi di arretratezza, malattie, guerre e dittature. I nostri aiuti sono utili o rischiano di acuire anziché alleggerire disagi e contraddizioni? Ci dobbiamo chiedere come e se l'Occidente industrializzato possa condividere la risoluzione di problemi sempre meno lontani.


sabato 1 ottobre - ore 19.30
Come cambiano i costumi
Dialogo tra Elio Fiorucci e Samia Kouider
Coordina Piero Dorfles
Malgrado tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud del mondo ci siano notevoli divergenze nel modo in cui si immaginano le prospettive economiche, culturali e religiose, nel campo del gusto, della moda e del cibo ci sono invece convergenze crescenti. È forse questo il terreno sul quale le divaricazioni che permangono nell'epoca della globalizzazione possono trovare un punto di contatto e una ibridazione felice?


domenica 2 ottobre - ore 11.30
Fare a meno del petrolio?
Dialogo tra Alberto Clô e Stefano Silvestri
Coordina Marino Sinibaldi
Le più ottimistiche previsioni ci dicono che il petrolio, agli attuali ritmi di sviluppo, non può bastare che per 50-60 anni. Con quali combustibili si sposteranno e si riscalderanno i nostri figli è un problema tecnologico. Quello che è certo è che non si può immaginare che sei miliardi di persone possano usare il petrolio come fa l'Occidente oggi.


domenica 2 ottobre - ore 11.30
Epiméteo ritrovato
Dialogo tra Alfredo Mantica e Nichi Vendola
Coordina Piero Dorfles
Se non si pongono limiti allo sviluppo dell'Occidente, se non si immagina una redistribuzione meno iniqua delle risorse, se i paesi più ricchi non si fanno carico dello sviluppo di quelli più poveri, cosa eviterà emigrazioni di massa e conflitti sempre più violenti? Dopo aver sviluppato tanta tecnologia, gli stati più avanzati e industrializzati, forse, devono maturare anche nuove forme di solidarietà e far sviluppare non solo le capacità tecniche, ma soprattutto le capacità politiche e culturali necessarie a immaginare un futuro compatibile con risorse limitate e un benessere diffuso.