I Dialoghi Off a Trani: la poesia che dà voce all'anima dei luoghi
Presentato il progetto "Poeticamente abitiamo" di Silvana Kuhtz ed Enrica Montrone, un dialogo per un'architettura più umana
sabato 20 settembre 2025
06.45
Il 18 settembre, presso la Biblioteca Comunale "G. Bovio", si è svolto un incontro speciale nell'ambito dei Dialoghi Off, dal titolo Poeticamente Abitiamo. Protagoniste dell'evento sono state le autrici Silvana Kuhtz ed Enrica Montrone, affiancate dagli interventi di Domenico Catania, Antonio Nitti, Silvia Parentini e Beatrice Zippo. Al centro del dialogo una domanda tanto semplice quanto potente: cosa accadrebbe se, oltre ai disegni e alle tavole tecniche, l'architetto associasse al progetto anche testi poetici? L'architettura, in questo modo, potrebbe diventare più umana?
Da questa intuizione nasce la collana "Poeticamente abitiamo", che ha prodotto tre volumi: il primo dedicato a Palazzo Fiore a Genzano di Lucania, il secondo al museo TAM di Matera, e il terzo a un progetto degli anni '50 firmato Giancarlo De Carlo. La riflessione parte da un'idea particolare dell'abitare, che non è solo una funzione, ma un'esperienza umana ed esistenziale. Il filosofo Heidegger sosteneva che abitare significa stare nel mondo e cercare un senso nello spazio che occupiamo, mentre il poeta Hölderlin sosteneva che l'uomo abita poeticamente su questa terra.
È da qui nasce una riflessione: l'architetto ha la capacità di vedere, come il poeta, ciò che ancora non esiste, di immaginare scenari futuri e spazi che evocano emozioni. L'architettura infatti si esprime con disegni e linee, invece la poesia può dare voce all'anima dei luoghi e può raccontare ciò che è stato e ciò che sarà. Il secondo volume della collana, presentato in questa occasione, è dedicato al TAM, Torre d'Arte di Matera, un'ex torre medievale situata nel cuore dei Sassi, recuperata a partire dal 2019 e trasformata in un museo di arte contemporanea. Questo spazio, abbandonato per decenni, è stato salvato grazie all'impegno di persone come Silvia Parentini, che lo hanno restituito alla comunità attraverso arte, cultura e visione. In questo libro, la poesia diventa voce della torre stessa, che racconta la sua attesa, la sua solitudine, la sua rinascita. È un racconto fatto di pietra, tempo, vento, memorie. Come ha sottolineato l'architetto Domenico Catania, "le poesie sono divise in "famiglie" tematiche: una dà voce al rudere, un'altra al sussurro, un'altra ancora al respiro della materia". Quindi abitare un luogo poeticamente significa abitarlo umanamente, sentirlo, viverlo e raccontarlo.
Da questa intuizione nasce la collana "Poeticamente abitiamo", che ha prodotto tre volumi: il primo dedicato a Palazzo Fiore a Genzano di Lucania, il secondo al museo TAM di Matera, e il terzo a un progetto degli anni '50 firmato Giancarlo De Carlo. La riflessione parte da un'idea particolare dell'abitare, che non è solo una funzione, ma un'esperienza umana ed esistenziale. Il filosofo Heidegger sosteneva che abitare significa stare nel mondo e cercare un senso nello spazio che occupiamo, mentre il poeta Hölderlin sosteneva che l'uomo abita poeticamente su questa terra.
È da qui nasce una riflessione: l'architetto ha la capacità di vedere, come il poeta, ciò che ancora non esiste, di immaginare scenari futuri e spazi che evocano emozioni. L'architettura infatti si esprime con disegni e linee, invece la poesia può dare voce all'anima dei luoghi e può raccontare ciò che è stato e ciò che sarà. Il secondo volume della collana, presentato in questa occasione, è dedicato al TAM, Torre d'Arte di Matera, un'ex torre medievale situata nel cuore dei Sassi, recuperata a partire dal 2019 e trasformata in un museo di arte contemporanea. Questo spazio, abbandonato per decenni, è stato salvato grazie all'impegno di persone come Silvia Parentini, che lo hanno restituito alla comunità attraverso arte, cultura e visione. In questo libro, la poesia diventa voce della torre stessa, che racconta la sua attesa, la sua solitudine, la sua rinascita. È un racconto fatto di pietra, tempo, vento, memorie. Come ha sottolineato l'architetto Domenico Catania, "le poesie sono divise in "famiglie" tematiche: una dà voce al rudere, un'altra al sussurro, un'altra ancora al respiro della materia". Quindi abitare un luogo poeticamente significa abitarlo umanamente, sentirlo, viverlo e raccontarlo.